Cagliari, “non pagare le tasse? Buona idea, tanti dipendenti statali non sanno cos’è il rischio d’impresa”

Stefano Rolla, gioielliere di via Manno, strizza l’occhio allo sciopero fiscale: “Niente soldi dal Governo perchè in estate non ho avuto perdite elevate, è ingiusto: non pagare le tasse è un segnale di paura che diamo allo Stato e ai lavoratori pubblici”


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Le nuove scadenze sono dietro l’angolo, questione di pochi giorni e bisognerà mettere mano al portafoglio per pagare gli acconti di Irpef, Ires e Irap. Ma non tutti i commercianti lo faranno. Dopo la Toscana, c’è anche il Sud Sardegna in campo, con Confcommercio, per bloccare il pagamento dei balzelli. Stefano Rolla, gioielliere cagliaritano di 46 anni e presidente del consorzio “Strada facendo”, vede di buon occhio lo sciopero fiscale: “Potrà servire come segnale al Governo, e anche ai dipendenti statali che non sanno cosa vuol dire il rischio d’impresa o essere licenziati”. Insomma, per Rolla l’effetto principale che può scaturire dalle mancate entrate è quello di “fare paura. Siamo in una fase di grandissima difficoltà e abbiamo bisogno di aiuto”, afferma il gioielliere. Che, a conti fatti, quest’estate è riuscito a “respirare”, ma se da un lato lo scampato crollo delle vendite è stato positivo, dall’altro l’avrebbe escluso dai ristori.

 

“Il Governo non mi ha dato i soldi perchè, nei mesi estivi, non ho avuto perdite pari ad almeno il 66 per cento. Ho avuto i seicento euro ma non i duemila, stanziati a fondo perduto e legati ai contributi per i negozi dei centri storici. Se dovessi pagare le tasse, nel mio caso, si tratterebbe di migliaia di euro. Lo sciopero fiscale dev’essere fatto, ovviamente, da tutti”.


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