Cagliari, nasce l’orto condiviso in via Biasi: “Già colti tutti i limoni”

Una cinquantina di piante metteranno agrumi (limoni, aranci, pompelmi, ecc) a disposizione del rione in un’area di circa mille metri quadrati tra via Biasi e via Salvator Rosa. E’ il secondo “orto condiviso” in città


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E meno male che ci sono le zeppole offerte dall’assessore Frau. Perché i limoni dell’orto condiviso di realizzato dal Comune in un’area di circa mille metri quadrati tra via Biasi e via Salvator Rosa sono andati a ruba, spariti prima dell’inaugurazione. E per il sindaco Massimo Zedda, presente al taglio del nastro, è una notizia che “fa piacere, anche perché hanno colto gli agrumi senza rovinare le piante”.

Nel quartiere Fonsarda sboccia un orto condiviso, una cinquantina di piante di limoni, aranci, pompelmi, ecc, a disposizione del rione. Il sindaco ha ricordato i 20 ettari di verde pubblico in più creati dal 2011 e sottolineato come questi saranno presto irrigati grazie all’acqua del potabilizzatore di Is Arenas che consentirà così un risparmio per le casse comunali e un passo avanti in un’ottica di riutilizzo delle risorse.

“È un esperimento”, ha dichiarato Frau, “è un agrumeto protetto da filari di ulivi che diventerà un frangivento , abbiamo anche lasciato a disposizione degli abitanti del rione un’area per la realizzazione di un piccolo orto dove coltivare peperoni o pomodori. Per l’acqua c’è una fontana a disposizione. È il secondo orto condiviso in città”, aggiunge Frau, “l’altro è quello di Sant’Elia  di 2 mila e 100 mq. All’inizio si è verificato un furto di piante, ma poi c’è stata una reazione del rione che ha reagito positivamente condannando il gesto”.

Sottolineata anche l’importanza dell’orto individuato nella strada che porta il nome del grande pittore sardo Giuseppe Biasi. In chiusura Alessio Alias presidente della commissione comunale Verde pubblico ha messo l’accento su “l’aspetto della condivisione. Perché  i beni non sono del comune ma sono comuni e tutti i cittadino devono avere la possibilità di usarli e responsabilità di conservarli”.


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