È morto a marzo 2020 in un paesino della Germania, Mörfelden Walldorf, “in un incidente stradale: è stato schiacciato da un treno”. Roberto Staico, 49enne di Cagliari, viveva all’estero da qualche tempo, ma il suo decesso è stato sconosciuto, sino a due giorni fa, alle autorità giudiziarie e amministrative italiane. Una vicenda assurda, raccontata per filo e per segno dalla sorella, Daniela. A novembre ha ricevuto nella sua cassetta delle lettere una busta, da parte degli avvocati del fratello, per l’udienza di un processo che lo vede coinvolto: “La Corte d’appello ha fissato l’udienza il 25 gennaio 2022 alle 9”. Vale a dire a 23 mesi di distanza dalla scomparsa dell’uomo. Daniela Staico ha dovuto smuovere mari e monti, arrivando anche a scrivere “al sindaco Truzzu”. Solo grazie a un tour forsennato tra vari uffici, è riuscita ad ottenere il certificato di morte del fratello: “Era coinvolto in una vicenda legata a una lite condominiale, era stato denunciato da alcuni vicini perchè avrebbe dato fuoco a una scala del palazzo”, spiega la donna. Ma, a prescindere dalla colpevolezza o innocenza di Roberto Staico, con la morte di una persona qualunque procedimento giudiziario o eventuale condanna è automaticamente estinta. Ma cosa succede se nessuno, in Italia, ha saputo del decesso dell’uomo? “Che un morto possa essere chiamato per partecipare a un processo”.
“È una vicenda assurda e che, in noi familiari, ha creato solo più dolore”, dice Daniela Staico: “Ci è stato detto che Roberto risultata irreperibile dal 2019, ma la sua famiglia non ha mai cambiato residenza. Bastava andare a suonare il campanello per sincerarsi della situazione. Mio fratello in Germania lavorava nei bar e nei ristoranti, si arrangiava facendo le stagioni. A marzo 2020 ha avuto un incidente stradale ed è morto. Ma per le autorità italiane, sino a pochi giorni fa, era vivo”.