Hanno spadellato, servito o trasportato i cibi che, da ottobre a oggi, hanno mangiato gli studenti e le studentesse universitarie e gli alunni delle scuole superiori. Ora, però, clamorosamente, chi resta a bocca asciutta sono proprio loro, le addette e gli addetti alle mense. Il bonus del Governo non è mai arrivato, sono arrivate le vacanze e per loro scattano tre mesi di puro precariato: “Contratti part time, da luglio a settembre possiamo scordarci stipendio e contributi”, tuonano i lavoratori. Migliaia in tutta la Sardegna, quasi duemila solo nel Cagliaritano. La loro protesta li ha portati ad avere un incontro con il prefetto, per fare in modo che possa andare a bussare a Roma per chiedere i soldi: “Un’altra estate difficile per i lavoratori che affrontano lo stop dal lavoro, senza stipendio, e con il riconoscimento economico che non arriva. Tutto ciò che ha promesso il Governo non arriva”, dice Giuseppe Atzori della Fisascat Cisl. Zero euro da luglio a settembre: “In Sardegna si parla di almeno cinquemila addetti mensa. Siamo riusciti, con la legge di bilancio, ad avere un fondo di sostegno per loro ma come sempre manca la procedura attuativa. Sulla carta c’è tutto, ma mancano i soldi”, denuncia Nella Milazzo della Filcams Cgil, “questi lavoratori non ne possono più di restare senza un euro in un periodo dell’anno che arriva dopo due anni gravissimi per le restrizioni, che hanno influito sulle loro collaborazioni”. Per Silvia Dessì della UilTucs la strada percorribile è una: “I lavoratori sono stanchi di continue promesse non mantenute, hanno sacrificato i pranzi in famiglia per svolgere il servizio mensa. Chiediamo una risoluzione definitiva, serve il bonus, i lavoratori non possono andare fuori anche in estate per mantenere le famiglie”.
E i lavoratori? C’è chi guadagna 900 euro al mese per lavorare cinque ore al giorno, “ma devo andare da Cagliari a Villacidro e la benzina è sempre a mie spese. Dovrò cercare un lavoro stagionale, niente ferie”, racconta un 56enne, Riccardo Porcedda. “Niente bonus, per vivere bene e superare l’estate servono almeno settecento euro al mese”, aggiunge una 58enne, Giulia Pilia, che lavora nella mensa universitaria di via Premuda. “L’estate scorsa ho dovuto chiedere soldi ai miei genitori, pensionati. A cinquantadue anni è avvilente dover andare a bussare da loro”, sottolinea un’altra addetta alle mense universitarie di Cagliari, Valentina Stara.