Cagliari, studenti in piazza: “Apriamo i porti. No alla xenofobia”

Manifestazione stasera alle 20 in piazza Deffenu. Il tam tam su facebook parte dall’invito di Unica 2.0. “Ad un’Italia e ad un’Europa del filo spinato e dell’odio rispondiamo con un’Italia ed un’Europa dell’apertura, dell’inclusione e della solidarietà”. C’è anche il sì dell’Arci Sardegna


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L’appuntamento è per le 20 in piazza Deffenu. Il tam tam su facebook parte dall’invito di Unica 2.0: “La prima decisione del nuovo Ministro degli Interni Salvini è stata quella di chiudere i porti all’attracco delle navi che si occupano di salvare le vite dei migranti che rischiano la vita nel Mediterraneo”, si legge nella pagina dell’associazione studentesca, “divieto che non vale solo per la nave Aquarius, con a bordo 629 persone, di cui 123 minorenni e 11 bambini, ma per tutte quelle navi che adempieranno al loro dovere di salvare vite umane. Ad un’Italia e ad un’Europa del filo spinato, della xenofobia e dell’odio rispondiamo con un’Italia ed un’Europa dell’apertura, dell’inclusione e della solidarietà. Per questo lanciamo una manifestazione popolare per stasera alle ore 20 in piazza Deffenu, vicino alla fontana (indicata nella copertina dell’evento), e chiediamo a tutte le associazioni di Cagliari e a tutta la cittadinanza di aderire: oggi è il momento della mobilitazione, non ci gireremo dall’altra parte”.

C’è subito il sì dell’Arc: “Nemmeno di fronte all’appello dell’Onu che parla di “imperativo umanitario”, il Ministro Salvini desiste dal riproporre e rafforzare la propria scelta sciagurata di negare lo sbarco alla nave Aquarius, mentre, in queste ore, nuove emergenze si aprono per altri salvataggi effettuati nella notte al largo della Libia, nel Mediterraneo centrale. Come ha sottolineato Msf, ritardare le operazioni di sbarco vuol dire mettere a rischio le persone più vulnerabili presenti sulle imbarcazioni.

Lo ripetiamo: le decisioni di questo governo, schiacciato sulle posizioni di un Ministro dell’interno come Salvini, non hanno precedenti e segnano una ferita profonda nella storia del nostro Paese, che si è sempre contraddistinto per la solidarietà e ha sempre garantito il soccorso in mare. Ci auguriamo ancora una volta che non sia questo il cambiamento tanto sbandierato.  Occorre reagire con urgenza.

Abbiamo sottoscritto con numerose organizzazioni della società civile, un appello al Governo che chiede un netto passo indietro rispetto a questa scelta scellerata”.


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