Cagliari, mamme dei bimbi diabetici in trincea: “Il Microcitemico è un gioiello, non toccatelo”

Alla “guerra” contro lo scorporo deciso dalla Regione partecipano anche le madri dei 650 bambini seguiti nel reparto di Diabetologia Pediatrica: “È l’unico centro sardo dedicato ai giovani, lasciate tutto così com’é: vogliamo cure sicure per i nostri figli”. Ecco le loro storie


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Ci sono anche le mamme delle centinaia di bambini diabetici seguiti, ormai da anni, dai medici del reparto di Diabetologia pediatrica dell’ospedale Microcitemico di Cagliari, in trincea contro lo scorporo deciso dalla Regione. Anche per loro, il timore è uno: quello di dover rinunciare a cure giudicate “eccellenti” e dover fare la spola tra varie strutture, rischiando anche di perdere l’assistenza di quei pediatri con i quali, nel tempo, si è instaurato un rapporto più che positivo.

Lì, nelle corsie del palazzone di via Jenner, vengono seguiti “seicentocinquanta bambini diabetici, sino ai quattordici anni, rappresentano il quaranta per cento dei circa 1500 bimbi con diabete”, spiega Riccardo Trentin, presidente della Federazione rete sarda diabete, realtà fondata e composta da varie associazioni presenti nell’Isola: “Il Microcitemico ha dei percorsi diagnostici, terapeutici e assistenziali strutturati col Businco e col pronto soccorso del Brotzu. Con lo scorporo c’è il rischio che possano venir meno i percorsi assistenziali. Non si conoscono i criteri e le dinamiche dello scorporo, il timore è che la situazione possa prendere una piega complessa”, osserva Trentin, “visto lo smantellamento della Diabetologia Pediatrica. In Gallura hanno chiuso l’unico ambulatorio, e ora c’è una situazione critica su Cagliari”. Quello del Microcitemico “è l’unico centro dedicato al diabete in Sardegna per le fasce giovanili”.

E più di una mamma sarda ha voluto raccontare, a Casteddu Online, il rapporto che lega il proprio figlio diabetico al Microcitemico. Romina Giuliani, 34 anni, è di Sorgono: “Accompagno mia figlia dodicenne una volta ogni due mesi e una volta ogni tre mesi, a seconda della tipologia della visita. Ho paura dello scorporo dell’ospedale: inizialmente la mia bambina era seguita al Brotzu, passavamo le giornate ad attendere le visite in un andito, in via Jenner l’ambiente è stabile e confortevole. Ho scelto di viaggiare e fare tanti chilometri, pur di avere a disposizione un centro pediatrico d’eccellenza, nella mia zona non ce ne sono. Lancio un appello alla politica: mettetevi dalla parte di noi pazienti e garantite il diritto alla salute”. Maria Cristina Sanna, 50enne di Mandas, concorda in pieno: “Mio figlio ha otto anni, ha il diabete di tipo 1 ed è seguito da due anni in via Jenner”, racconta. “I medici sono molto preparati, come arriviamo veniamo subito messi a nostro agio. E, soprattutto, hanno salvato mio figlio quando, a settembre 2018, abbiamo scoperto che era diabetico: la sua glicemia era arrivata a 500. Cambiare di nuovo tutto sarebbe un danno: faccio cento chilometri per poter avere cure ottime per il mio bambino, la distanza pesa però dovrei farne molti di più se dovessero smantellare tutto a Cagliari”.


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