Cagliari maltrattata nel cuore e nell’anima della sua storia

Neanche un turista a Tuvixeddu. Poi non stupiamoci se i turisti di passaggio a Cagliari, visitano appena la città e viaggiano verso Barumini


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“Neanche un turista a Tuvixeddu, nella necropoli punica più ampia del mondo” ha denunciato il deputato Pierpaolo Vargiu che “ieri sera a Cagliari” ha “accompagnato il sottosegretario ai beni culturali CESARO in visita nella necropoli”.Totale visitatori presenti? “Due… Io e lui” ha aggiunto Vargiu. Sembrerà banale ma ciò è assurdo. Apprendere che altre bellezze archeologiche passano inosservate, come la necropoli di Tuvixeddu e come quelle del Bastione di Saint Remy (inaugurato l’altra mattina per metà), è stucchevole. 

Poi non stupiamoci se i turisti di passaggio a Cagliari, visitano appena la città e viaggiano verso Barumini. Ma ritorniamo per un attimo al Bastione di Saint Remy dove le bellezze archeologiche sono sbarrate: le cannoniere sotterranee e la “via delle forche” per citarne due. Oppure dove lo scavo archeologico sulla terrazza di Santa Caterina è diventato come una pattumiera urbana! 

Stessa situazione A SANT’AVENDRACE dove la tanto sbandierata apertura (dopo il restauro) della TOMBA ROMANA DI RUBELLIO, è stata un anno fa, una inaugurazione del nulla: sepolcro chiuso, per carenza di un accordo con il condominio di zona che avrebbe potuto consentire l’accesso al sito. Nel frattempo un gruppo di senzatetto bivacca sull’uscio degli ipogei antichi, e defeca laddove un tempo trovavamo le spoglie mortali degli antichi. 
Cose che a Cagliari capitano molto spesso. Altro che CAPITALE DELLA CULTURA. “De ghisciu” direbbero a Sant’Arennera. DEL CHIUSO, o delle “chiudende cultural-archeologiche?”. 
Dunque non c’è da stupirsi se per accontentare i residenti di via Peschiera, con l’idea di consolidare tutto e subito, e soprattutto con l’intervento più pratico e dal costo più basso, verrà “occultata” con una pompata di materiale comprente “ma reversibile”, la sala sotterranea della GROTTA di PIAZZA D’ARMI. Un ambiente di intrinseco fascino, con importanti segni di frequentazione umana ma, a quanto pare, non indagato dagli archeologi. Altro che valorizzazione e tutela futura di questo luogo dell’identità cittadina. Ma si, è un intervento reversibile, provvisorio, è stato detto ieri dall’ex assessore comunale Coni della GIUNTA ZEDDA che in una intervista ha scambiato le cave di Cagliari con le miniere parlando di “sgrottamenti”. Intanto, su testimonianze storiche come le cave sotterranee di piazza d’Armi nascerà una nuova rotonda con il pretesto della messa in sicurezza di un’area soggetta a smottamenti. Dopo così tanto abbandono, desolazione, e mentre a scuola non si parla mica dei cavapietre romani o medievali che estrassero roccia in zona piazza d’Armi, o dei Fenici e Punici che scavarono l’immensa necropoli a Tuvixeddu. Entità astratte, o quasi. Forse poco  promosse, poco divulgate, se non nella due giorni di Monumenti Aperti che riuscirà anche stavolta a dirottare fiumane di gente in siti deserti per il resto dell’anno: dal paradosso al successo incredibile. Il resto …è noia, recitava una canzone. La routine per Tuvixeddu e il sottosuolo del Bastione è fatta di siti archeologici poco visitati, in parte ancora chiusi e sconosciuti ai più. Per piazza d’Armi, invece, si prospetta un futuro forse peggiore: non i turisti in visita nel sottosuolo magari valorizzato con una soletta robusta. Non ne avranno neppure l’occasione. Al posto dei cellulari e dei selfie, tonnellate di pietre nella storia. Alla faccia delle fatiche dei nostri padri del passato. Tanto, a Cagliari, a chi importa per davvero? 
 


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