Cagliari, l’incubo di Raffaele: “Contagiato dal Covid all’Oncologico, ora sono al Ss. Trinità”

L’incubo di Raffaele Argiolas, malato oncologico 55enne: “Tampone negativo all’ingresso, la positività arrivata dopo un po’ di giorni. Ora sono in un letto dell’ospedale di Is Mirrionis, costretto anche a utilizzare l’ossigeno per respirare”


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Un ricovero “per degli accertamenti legati al tumore al polmone, diagnosticato due mesi fa”, all’Oncologico di Cagliari. Il reparto? “Al quarto piano, medicina oncologica”. Raffaele Argiolas, 55enne cagliaritano, muratore, malato oncologico, prima di varcare le porte dell’ospedale di via Jenner, il 28 ottobre scorso, viene sottoposto al tampone: “Negativo. Idem quello fatto un paio di giorni dopo”. Il tempo passa, poi il terzo test. E l’amara sorpresa: “Positivo. I medici hanno subito chiuso il reparto, blindandolo”. L’uomo non ha nessun sintomo grave, ma il contagio è stato accertato. E così, “venerdì scorso”, avviene il trasferimento: “In pochi minuti mi hanno portato al Santissima Trinità, mi trovo nel terzo reparto Covid che hanno allestito. Ho il fiatone, non ho febbre, devo respirare un po’ con l’aiuto dell’ossigeno”. Ieri i medici gli hanno fatto un nuovo tampone, Argiolas attende l’esito con trepidazione.

“Spero, ovviamente, che sia negativo. Quello che mi chiedo è come sia stato possibile che il virus sia entrato nel reparto dell’Oncologico. Nella mia stanza c’era un altro paziente, anche lui è risultato positivo”. E, in tempi di pandemia e ospedali al collasso, Raffaele Floris vuole comunque “spezzare una lancia a favore del personale sanitario: da ciò che ho notato sono molto carichi di lavoro. All’Oncologico, soprattutto, nella sala d’attesa c’è sempre tanta gente perchè, chi si trova nelle mie stesse condizioni, ha solo quello come punto di riferimento”.


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