Cagliari, libri e rosari con gli Abba in sottofondo: Sentinelle in piedi e contestatori “si sfidano” sui diritti

I “classici” libri e preghiere per chi contesta la futura legge contro l’omotransfobia, tra loro anche esponenti leghisti. Bandiere arcobaleno, Dancing Queen a palla e sfottò per i contestatori, supportati da rappresentanti di Pd e Progressisti. Pomeriggio “infuocato” al Bastione sui diritti, ecco com’è andata


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Cinquanta Sentinelle in piedi da una parte, un centinaio di contestatori dall’altra. I primi, sul Bastione di Saint Remy per contestare la legge, proposta, “sulla cosiddetta omotransfobia. Il testo è stato depositato il 30 giugno e porta la firma del deputato del Pd Alessandro Zan”. Tra loro anche l’assessore comunale leghista di Cagliari Paolo Spano e il suo “collega” deputato Guido De Martini. I secondi, per contestare chi contesta la futura legge: tra loro semplici cittadini e anche la consigliera comunale del Pd Camilla Soru e la consigliera regionale dei Progressisti Sardi Maria Laura Orrù. Pochi metri di distanza hanno separato le due “fazioni”. le Sentinelle in piedi hanno trascorso un’ora a leggere libri e qualcuno di loro, sgranando un rosario, ha recitato più volte il Padre Nostro e l’Ave Maria. I contestatori hanno messo Dancing Queen degli Abba, letto passi di libri più “moderni” rispetto ai “classici” letti dalle Sentinelle e scandito slogan chiari: “Fiero di essere gay”, “Gesù con due papà è venuto su bene”, “Sant’Efisio ama e protegge noi”. C’è stato spazio per qualche sfottò, ma alla fine non si è registrata nessuna situazione di tensione.

 

Alberto Agus, avvocato e sostenitore delle Sentinelle in piedi, ha bollato la futura legge sull’omotransfobia “sbagliata. Vìola almeno sette diritti fondamentali della Costituzione, come la libertà di manifestazione del pensiero, la libertà di espressione religiosa, il ddl Zan prevede una pena sino a sei anni di carcere per chi ha una visione della famiglia differente. È un bavaglio che si mette, nel 2020, in Italia, a tutte le persone libere. Assurdo che si voglia imporre un reato di opinione. Non si tratta di tutelare un tipo di famiglia, ognuno è libero di fare quello che desidera, questa legge però impone alla maggioranza degli italiani un modello e una minoranza che non accetta diversità di opinione. La Costituzione, il codice Civile e quello Penale proteggono già da violenze”. Camilla Soru, consigliera comunale del Pd, vede la futura legge come “necessaria e doverosa, si introducono la misoginia e l’omotransfobia come reati violenti, esattamente quello che succede con i reati commessi contro persone di diversi credo religiosi. Si tratta di inasprire pene quando la ragione dell’atto violento quando si tratta di una persona che ama una persona del suo stesso sesso. Ampliare i diritti alla persone non significa toglierli agli altri. La libertà di espressione è garantita dalla Costituzione, non istigare atti violenti contro chi vive una vita diversa dalla sua. Penso che sia importante essere qui e far vedere alla società civile che dalla nostra parte c’è molta più gente che dall’altra, e che in realtà abbiamo ancora un’enorme forza da sfruttare e da mettere in piazza”. Queste le ragioni, dell’una e dell’altra parte. Alla fine, le due piazze “unite” su una stessa terrazza, se ne sono andate. Ognuna per la propria strada, e conservando le proprie convinzioni.