Un nuovo responsabile dell’area tecnica, un allenatore vincente che conosca la categoria, giocatori forti fisicamente e di quantità, investimenti importanti sul mercato,definizione dei ruoli senza interferenze e una programmazione che coinvolga società,tifosi e media. Queste sono le 5 mosse giuste per tentare di risalire subito nella massima categoria. La rinascita del Cagliari deve partire subito con decisioni chiare e incisive che restituiscano fiducia ai tifosi e a tutto l’ambiente.Mentre il calcio è nella bufera. Scommesse, partite falsate, corruzione. Lo sport è malato e i verdetti del campo potrebbero essere rivoluzionati dalla giustizia sportiva. Il Cagliari resta alla finestra in attesa di ulteriori sviluppi. E in attesa che si apra qualche spiraglio di salvezza occorre agire con tempestività per programmare la prossima stagione in B. La tifoseria non nasconde le sue perplessità sull’immobilismo della società guidata da Tommaso Giulini e per gli annunci della dirigenza che confermano la volontà di cedere i giocatori importanti e che hanno mercato. Le cessioni di giocatori come Donsah, che dovrebbero essere la spina dorsale della squadra per la prossima stagione, e i ritardi sulla scelta del nuovo allenatore non sono un segnale incoraggiante. La retrocessione è ancora una ferita aperta e per risalire al più presto dalle incognite del campionato cadetto è necessario gettare le basi per il futuro. Per fare questo occorre ripartire da un allenatore che conosca la categoria, emergente, motivato, uno sulla falsa riga di Massimiliano Allegri per intenderci, che possa interagire con un nuovo direttore sportivo o responsabile dell’area tecnica. Il prossimo campionato cadetto dovrà essere solo una stagione di passaggio. E allora basta con i nomi altisonanti e di facciata che non arriveranno mai a Cagliari. Occorre agire con lungimiranza e affidarsi ad un direttore generale e/o sportivo che abbia buona conoscenza della categoria ed un curriculum solido alle spalle. Uno per intenderci come Giovanni Sartori, ex Chievo Verona, che nell’attuale stagione ha lavorato a Bergamo al fianco di Pierpaolo Marino. Lo stesso discorso vale per l’allenatore: è meglio evitare nomi suggestivi, ma azzardati, come Guidolin, Ventura , Gasperini, Colantuono e Iachini che difficilmente lasceranno la seria A e costano cifre improponibili. E allora si deve puntare su giovani emergenti che conoscono la categoria e che nelle loro squadre di appartenenza stano lavorando bene e ottenendo risultati importanti. Un nome su tutti: Massimo Rastelli, ex attaccante, 46 anni, nativo di Torre del Greco, allenatore dell’Avellino, che con pochi mezzi e una squadra definita normale ha raggiunto i play off. Uno che applica vari moduli , non è un integralista , comunica bene con la squadra e sa gestire da leader lo spogliatoio e i rapporti col presidente.
L’altro nome emergente è quello di Massimo Drago, attuale allenatore del Crotone, subentrato a gennaio a Menichini, che ha ottenuto la salvezza in una squadra che sembrava ormai retrocessa. Su di lui ci sono gli occhi puntati di molte squadre anche di A. E per chiudere il cerchio, non dispiacerebbe il ritorno di Marco Giampaolo, caduto in disgrazia nel recente passato, che potrebbe avere le giuste motivazioni di rivalsa in una piazza importante. Un ottimo allenatore, di alto profilo, attualmente alla guida della Cremonese, che a Cagliari ha lasciato un ottimo ricordo e che aveva avuto il coraggio di rifiutare l’ennesima proposta di ritornare alla guida dei rossoblù dopo essere stato cacciato dal presidente Cellino. Per il futuro sarà fondamentale la definizione dei ruoli. Individuati i profili dell’area tecnica sarà opportuno lasciare operare ciascuno nel proprio ambito di competenza, lavorando di concerto, ma senza interferire in aree di cui non si ha piena conoscenza. Nello specifico: Giulini dovrà affidarsi a persone competenti, visti gli errori della attuale stagione, e rivolgersi a dei professionisti di provata esperienza. A questo punto non c’è più tempo da perdere e sarà opportuno programmare e mettere in atto un progetto vincente, chiaro, trasparente, come base di partenza per un futuro sereno e fonte di richiamo anche per i giocatori che potranno essere utili alla causa. Sarà opportuno affidarsi ad un esperto di mercato e fare gli investimenti necessari sul mercato, alla ricerca di elementi di qualità per la categoria o comunque giocatori motivati per evitare di prolungare la permanenza in B con conseguenze disastrose. Con l’obiettivo di ricostruire le basi solide della squadra sarà utile richiamare a Cagliari i giovani più meritevoli tra quelli che si sono distinti in cadetteria, come Cocco, Burrai e Vigorito. Ma sicuramente per risalire sarà necessario dare vita ad un mix equilibrato di esperienza e freschezza, analogamente a quanto era riuscito a creare Ventura nell’anno della promozione immediata.
Il campionato di serie B è lungo, dispendioso fisicamente, durissimo più a livello quantitativo che qualitativo. Contrastare, pressare, correre sono le basi necessarie per resistere 42 giornate. L’esteta che cammina dribbla ed eccede in leziosità e personalismi non è utile. Chi non ha gli “attributi” per il campionato di B non è utile alla causa. La rinascita della squadra deve partire da una nuova organizzazione societaria, sia di squadra che sul piano delle motivazioni e psicologico. Non basta riconoscere gli errori, occorre anche non ripeterli.
Si deve ripartire con le idee chiare e tutti uniti con lo stesso obiettivo: riportare subito nella massima serie il Cagliari. La città , la Sardegna e i suoi tifosi se lo meritano.