Cagliari, l’Arpas manda a casa 12 giovani laureati: stop master&back

La denuncia di Paolo Truzzu di Fratelli d’Italia


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Dodici laureati, vincitori del Master and Back – percorso di rientro 2009, dal 12 dicembre 2013, sono stati mandati a casa dall’Arpas (Agenzia regionale per l’Ambiente della Sardegna).

“Il personale in questione svolgeva funzioni essenziali connesse al monitoraggio delle acque superficiali e marino-costiere, alle valutazioni ambientali ed al supporto delle attività formative e le recenti indicazioni dell’Assessorato alla Sanità (impartite dalla Direttiva n.207 del 30.01.2014) autorizzano la prosecuzione dei contratti a tempo determinato dei lavoratori operanti presso le aziende sanitarie, Izs e Arpas”, ricorda Paolo Truzzu, consigliere regionale di Fratelli d’Italia-An.

Ma mentre al personale in scadenza di contratto dell’Istituto zooprofilattico sardo, lo scorso 4 aprile, il contratto sia stato prorogato, i lavoratori Arpas sembra siano stati dimenticati dall’Agenzia, nonostante recenti disposizioni normative nazionali consentano la stabilizzazione del personale assunto con selezione a evidenza pubblica per assolvere alla carenza di dotazione organica. È questo il caso dell’Arpas, agenzia nella quale a oggi manca circa il 40% del personale previsto in pianta organica.

In un’interrogazione presentata in Consiglio regionale al Presidente Pigliaru e al suo assessore all’Ambiente, Emma Ignazia Spano, Paolo Truzzu ha chiesto, pertanto, di conoscere “con quali risorse umane siano state sviluppate a partire dal 1° gennaio 2014 le attività prima garantite dai 12 laureati e come si pensa di garantirle per il futuro”. Inoltre, ricordando le dichiarazioni programmatiche del Presidente Pigliaru: “Un sardo su due nella fascia di età tra i 20 e i 64 anni, non lavora ed è una tragedia di dimensioni storiche”, il Consigliere d’opposizione ritiene che questa possa essere “una prima opportunità affinché chi governa la Sardegna dia risposte concrete” e chiede “in che modo si intenda procedere nei loro confronti per garantire la prosecuzione dei rapporti di lavoro, nell’ottica di una concreta prospettiva di immissione in ruolo”. 


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