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Il suo negozio, così come quelli dei suoi colleghi, è chiuso da ormai quasi due mesi per l’emergenza Coronavirus. Paolo Angius, commerciante e presidente del consorzio Strada Facendo (realtà che racchiude molti negozianti di via Alghero, via Garibaldi, via Manno e vie limitrofe a Cagliari) lancia però un sos-appello al sindaco Paolo Truzzu. Con una richiesta di fondo chiara: “Non le chiediamo di rifonderci il danno aziendale arrecato, ma coprirci i costi fissi sino alla riapertura, altrimenti di sentiremmo definitivamente sperequati”, afferma Angius: “C’è una disparità di trattamento, ai suoi dipendenti comunali è garantito stipendio, ferie, permessi, tredicesima e malattie. Avete dimenticato noi imprenditori, non ci viene riservato lo stesso trattamento”, sostiene il negoziante, citando l’articolo 1, 4 e 36 della Costituzione italiana.
“Un’attività imprenditoriale, anche se chiusa, continua ad avere costi fissi che corrono: affitti, telefono, internet, luce, acqua, Inps, Camera di Commercio, buste paga, mutui, tasse, occupazione suolo pubblico, Tari, Iva, Irpef e ogni altro accidenti di F24. Conte ne ha in qualche modo sospeso il pagamento, ma dovremo saldarlo a settembre. Abbiamo creduto alle promesse del Governo ma i nostri dipendenti non hanno ancora ricevuto un euro di cassa integrazione e solo ad alcuni di noi è arrivata l’elemosina dei 600 euro. Non abbiamo nessun problema a restare disciplinatamente a casa, abbiamo lavorato per anni anche dieci ore al giorno, sette giorni su sette. Ora siamo avviliti e arrabbiati”.