La necessità di maggiori investimenti in cultura è stata al centro dell’incontro, questo pomeriggio a Palazzo Belgrano, tra il Rettore dell’Università di Cagliari, Maria Del Zompo, e la vicepresidente del Senato, Valeria Fedeli. Le due esponenti hanno dialogato a lungo nella stanza del Magnifico, prima di recarsi nella vicina Sala Settecentesca della Biblioteca universitaria al convegno – organizzato dall’ANPI – sulla figura di Teresa Noce.
“La cultura è l’unica leva in grado di consentire al Paese un pronto riscatto – ha detto la prof.ssa Del Zompo – Ma è necessario che si fermino i tagli, continui e progressivi, che il Governo sta apportando al sistema universitario. In Sardegna la ricaduta dell’attività dei due atenei sul tessuto economico e culturale è ancora importante: il fatto che tanti nostri laureati trovino occupazione anche all’estero, in importanti centri di ricerca o in aziende leader, dimostra l’alta qualità della formazione fornita dall’Ateneo”. “Il nostro è un grido di dolore verso il Governo – ha aggiunto il Rettore – perché ricominci ad investire in cultura”.
La senatrice Fedeli ha ricordato la recente approvazione, da parte del Senato, della mozione sulla vertenza-Sardegna: “C’è un atteggiamento nuovo nei confronti di questa regione – ha detto – senza steccati di partito. Abbiamo sempre considerato la cultura come un settore che non meritava investimenti: è ora di invertire la rotta”. Il Prorettore vicario, Francesco Mola, che ha partecipato al colloquio, si è quindi soffermato sui meccanismi di perequazione nell’attribuzione dei fondi da parte del Ministero alle Università: “Ci saremmo aspettati un sostegno supplementare – ha sottolineato – pur disponibili agli opportuni controlli sugli investimenti fatti con le risorse trasferite dallo Stato”.
Il Rettore ha infine ricordato le iniziative con le quali l’Ateneo si sta aprendo al territorio, come le recenti esperienze di Seui e Perdasdefogu: “In quest’ultimo caso – ha raccontato il prorettore Mola – un paese intero abbraccia i suoi laureati che tornano per ridistribuire la ricchezza culturale acquisita negli anni dell’Università, e raccontano alla popolazione il contenuto delle proprie tesi di laurea”.