
Continua la protesta delle Lavoratrici e dei Lavoratori di Tim-Telecom Italia della Sardegna, il 13 dicembre 2016 in occasione dello sciopero nazionale indetto da tutte le sigle sindacali (Confederali e Autonome), si terrà a Cagliari, in concomitanza con altre piazze d’Italia, la manifestazione regionale dei dipendenti di TIM. Lo scopo della protesta è quella di sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni regionali sulla complessa situazione venutasi a creare a seguito del piano di riorganizzazione aziendale voluto dal nuovo amministratore delegato Cattaneo che prevede esclusivamente tagli, riduzione dei costi del personale e, soprattutto, una perdita di tutele con la disdetta unilaterale da parte aziendale dell’accordo di contrattazione di II livello per i dipendenti Tim -Telecom Italia, in un momento nel quale è scaduto da due anni anche il contratto di settore. Le lavoratrici e lavoratori sono preoccupati per la situazione all’interno dell’azienda, per il declassamento delle condizioni di lavoro e soprattutto nella regione Sardegna, per i continui tagli agli investimenti tecnologici che alimentano un progressivo isolamento dell’intera popolazione Sarda dal mondo delle telecomunicazioni.
LA CRISI. L’azione aziendale punta esclusivamente nel breve termine a recuperare il prezzo dell’azione in borsa, interesse primario ed esclusivo dell’azionista di riferimento francese, Vivendì. L’assenza di un piano industriale a medio termine che accompagni l’evoluzione tecnologica in atto attraverso una sana riqualificazione del personale, la mancata internalizzazione delle attività pregiate oggi date in appalto, insieme alle possibili decisioni dell’Agcom che da febbraio potrebbe permettere il pieno accesso agli operatori alternativi sulla rete di Telecom, disegnano un quadro inquietante per il prossimo futuro dell’ex monopolista, con infauste ricadute sull’occupazione diretta e indotta, oltre all’inevitabile conseguenza del calo della qualità del servizio verso il cliente. Le Lavoratrici e i Lavoratori sono ben coscienti di non trovarsi di fronte ad una vertenza sindacale, ma alla vertenza, i cui esiti potrebbero per sempre cambiare la fisionomia della TIM come l’abbiamo conosciuta sino ad oggi. Le rappresentanze delle Lavoratrici e dei Lavoratori unitamente alla segreterie di Slc-CGIL, Fistel-CISL e Uilcom-UIL consegneranno un “Dossier-Tim” ai membri del Consiglio Regionale facenti parte della II commissione Lavoro, cultura e formazione professionale e della V commissione Attività produttive, nel quale descrivono le eventuali ricadute occupazionali e sulla qualità del servizio nel caso l’Agcom dovesse deliberare la cosiddetta disaggregazione dei servizi di rete. Ricadute a cui non fa da contraltare un piano industriale aziendale degno di nota che spieghi come fronteggiare un contraccolpo di questo tipo. Le lavoratrici e i Lavoratori di Telecom e di TiiT chiedono garanzie per il futuro occupazionale, chiedono di poter continuare a svolgere un lavoro qualitativo da offrire al cliente finale sia esso Tim o di un altro Operatore. Sono ovviamente preoccupati che alla fine di quest’ennesimo giro di giostra di amministratori strapagati che scaricano sul costo del lavoro le inefficienze produttive, ci si ritrovi con un’azienda decotta il cui costo sarà accollato alla collettività.