Cagliari, la denuncia choc di una studentessa: “Palpeggiata e aggredita da uno sconosciuto in via Cornalias”

Il racconto della ventunenne Natalia Vacca Ferrai: “Palpeggiata da un uomo con mascherina e cappuccio mentre stavo andando alla mensa universitaria dopo il turno in Croce Rossa, ho provato a difendermi e mi ha dato un colpo allo sterno. Sono già andata dai carabinieri, la radiografia all’ospedale mostra lesione ed ematoma. Denunciate sempre, non restate mai in silenzio


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Episodio choc in uno dei vicoli di via Cornalias a Cagliari. Natalia Vacca Ferrai, studentessa universitaria di ventuno anni, è stata palpeggiata e poi aggredita da un uomo. Nella denuncia fatta ai carabinieri due parole pesantissime: “violenza sessuale”. Sì, perché per la legge ciò che ha subìto la giovane due sere fa, verso le 20:10, rientra in quel terribile “settore penale”. La ventunenne, studentessa universitaria iscritta in Giurisprudenza, stava raggiungendo la mensa di via Sulcis: “Avevo appena finito il turno da volontaria della Croce Rossa, indossavo la divisa. Un uomo, in via Cornalias, mi ha afferrata da dietro e mia palpato il sedere”. Tutto all’improvviso, con l’uomo che non ha mancato nemmeno apprezzamenti verbali molto pesanti e coloriti nei confronti della malcapitata. “Ho provato a difendermi, lui mi ha dato un colpo allo sterno e ha afferrato il mio zaino”. Che, per fortuna, si è rotto: “E sono riuscita a scappare”. L’uomo non l’ha seguita, e solo la mattina successiva la giovane è riuscita a sporgere denuncia ai carabinieri: “Dopo le venti non era più possibile fare denunce, sono andata al Brotzu e solo alle sette del mattino mi hanno visitata. Dalla radiografia è possibile vedere l’ematoma e la lesione allo sterno”. L’aggressore “indossava la mascherina e aveva il cappuccio. Era di carnagione olivastra, alto 170 centimetri e avrà avuto tra i trenta e i quarant’anni”.

 

 

Un’aggressione a sfondo sessuale, e non si tratta purtroppo del primo caso che avviene nella periferia di Cagliari. Altri fatti simili, in passato, sono capitati nella zona di Mulinu Becciu. Storie, preoccupanti, di giovani seguite e importunate sempre da un uomo non molto diverso, come descrizione, da quella fatta da Natalia Vacca Ferrai: “Ho deciso di denunciare e metterci la faccia perché spero che fatti simili non capitino più a nessuno”. Dura e netta presa di posizione da parte dell’associazione studentesca Reset Unica, che ha condannato l’accaduto: “Ci è stato chiesto da una collega di condividere lo spiacevolissimo episodio che le è capitato nei pressi di Via Cornalias, mentre si dirigeva verso la mensa di via Sulcis. ‘Spiacevolissimo’ è fin troppo riduttivo: si è trattata dell’ennesima aggressione fisica e verbale a sfondo sessuale. È riuscita a scappare dopo aver provato a difendersi, mentre solamente il giorno dopo l’accaduto è stata visitata in ospedale e ha potuto sporgere denuncia alle autorità competenti. Ciò che è successo è ovviamente gravissimo. Nel 2022 fa male constatare che avvengano ancora episodi di questo tipo e che una semplice studentessa non possa godersi in serenità la vita universitaria a causa di avvenimenti come questo. La tutela dei cittadini e delle cittadine non dovrebbe partire dallo smantellamento dei giacigli dei senzatetto o da una discutibile lotta al degrado cittadino, ma da adeguate misure di sorveglianza e messa in sicurezza delle zone più a rischio per fenomeni di violenza e criminalità. È gravissimo anche che la ragazza non abbia potuto denunciare tempestivamente l’aggressione subita in quanto ‘le denunce si possono fare dalle 8 alle 20’, come ha riportato lei stessa. Questo denota una pericolosissima mancanza, che può spingere le vittime a non insistere con la denuncia e a lasciar perdere. Ci auguriamo che avvenimenti del genere non si verifichino più e che l’aggressore venga riconosciuto e punito. Nel frattempo, vi chiediamo di essere estremamente vigili e di condividere quanto successo, nella speranza di prevenire episodi di questo tipo. E vi ricordiamo l’importanza di denunciare: se non ve la sentite non siete obbligate, ma la vostra testimonianza può salvare tante altre persone”.