Cagliari, incidenti e caos in via della Pineta: “Traffico impazzito per colpa della strada ristretta dall’inutile pista ciclabile”

Ieri l’ultimo incidente, anche per colpa dei semafori spenti. A due anni dalla creazione del corridoio per i ciclisti, i negozianti bocciano sonoramente la nuova strada. Adelaide Olla: “Con la pista meno parcheggi e gente che inciampa sui cordoli, calo totale degli affari nella mia fioreria”. Maria Pitzalis: “Impossibile fermarsi un attimo per fare un acquisto rapido, caos quando passano bus e camion. Tanti miei clienti arrivavano dall’hinterland, ora come fanno a trovare un posto per l’auto? Perchè non tolgono la pista?”. GUARDATE le VIDEO INTERVISTE


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Basta un camion fermo per la raccolta dei rifiuti o una fermata del bus dove scendono e salgono molte persone per mandare in tilt via della Pineta a Cagliari. Figurarsi, poi, in caso di incidente. Nella strada ristretta, con la pista ciclabile realizzata due anni fa dal Comune ed entrata in funzione solo da pochi mesi il traffico è un inferno soprattutto nelle ore di punta. Ieri l’ultimo schianto tra un’auto e un bus: “È successo perchè i semafori erano spenti tutto il giorno a causa di alcuni lavori”, racconta Adelaide Olla. Settant’anni, dal 1998 gestisce un chiosco di fiori nel viale, accanto all’edicola che, da un anno, è sbarrata: il titolare è andato in pensione e non si è fatto vivo nessuno per rilevare l’attività. “Qui è tutto un bordello, non c’è più passaggio e la gente non si ferma”, tuona la fioraia. E, con le varie novità viarie, “succede ciò che non deve succedere”, cioè anche incidenti. “La pista c’è da due anni e sta creando grossi problemi, chi passa non guarda e prende anche le persone. Se passano dieci ciclisti in un girono è anche molto”. Per non parlare delle “lunghe code” e del cordolo, messo a protezione del corridoio dedicato ai ciclisti: “Inciampano spesso, anche l’altro giorno un signore è caduto per evitare un’auto, per fortuna non si è fatto niente. E noi commercianti, con questo traffico, che facciamo? Ho un calo totale degli affari, non c’è più posto per fermarsi”.
A pochi metri Maria Pitzalis, da trentasei anni, gestisce una gioielleria: “La pista ci ha sicuramente penalizzato molto, abbiamo il problema dei parcheggi, dei bus e dei camion. I danni son per tutti, anche quando parlo con i miei colleghi negozianti scopro che la maggior parte di loro si lamenta”. E la commerciante ricorda gli anni passati, quando “la strada era più larga. Uno si fermava un attimo, di fronte al negozio, faceva l’acquisto e se ne andava. Anche per l’edicola, che purtroppo ha chiuso e nessuno l’ha voluta prendere perchè manca il passaggio. La ciclabile non la usa nessuno, passa solo qualche monopattino”, dice, andando a occhiometro, la Pitzalis. Chiaro che qualche bici già passerà, ma quotidianamente non siamo certo, numericamente, ai livelli dei partecipanti al Tour de France. “Gli incidenti sono all’ordine del giorno. Togliete le piste, non servono e ci hanno creato solo problemi. Ho un calo del fatturato di almeno il 30 per cento, avevo diversi clienti che arrivavano dall’hinterland, ora come fanno a trovare parcheggio? Anche ieri, una cliente mi ha detto di aver dovuto fare tre volte il giro della strada prima di riuscire a parcheggiare”.