Cagliari, in 130mila alle urne per scegliere il nuovo sindaco: il nemico da battere è l’astensionismo

Le urne saranno aperte domani dalle 15 alle 23 e poi domenica dalle 7 alle 23. Lo spoglio dalle 14 di lunedì dopo quello delle europee. Nel capoluogo 5 candidati, 3 donne e una crescente disaffezione al voto: da un’affluenza del 71,4% del 2011 si è scesi al 60,2% del 2016 fino al 51,7% del 2019


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Per tutti e cinque i candidati alla carica di sindaco il primo nemico da combattere è lo stesso: l’astensionismo. Delusi dalla politica e ormai disillusi, i cittadini vanno a votare sempre meno, anche quando si tratta di dover scegliere il sindaco, ovvero la figura politica più vicina e rappresentativa delle diverse esigenze.

Con poco più di 130mila aventi diritto di voto, Cagliari è dunque chiamata alle urne domani e domenica, a poco più di tre mesi dalle elezioni regionali del 25 febbraio, per la scelta del nuovo sindaco. La corsa a palazzo Bacaredda, sede storica del municipio nel capoluogo nella centralissima via Roma, vede cinque candidati a sindaco: Alessandra Zedda (centrodestra), Massimo Zedda (centrosinistra – Campo largo), Giuseppe Farris (CiviCA 2024), Emanuela Corda (Alternativa) e Claudia Ortu (Cagliari Popolare).
Alessandra Zedda, ex vicepresidente della regione di Christian Solinas, poi dimessasi, dopo una lunga militanza in Forza Italia è stata candidata dalla Lega e viene sostenuta da tutto il centrodestra, compreso il partito sardo d’azione rientrato dopo aver annunciato la rottura per la mancata candidatura di un proprio esponente.
Massimo Zedda, già sindaco per un mandato e mezzo, si dimise nel 2019 per correre alla presidenza della regione contro Solinas, perdendo e optando per il seggio in consiglio regionale invece che per il prosieguo della legislatura in comune. Alle elezioni regionali ha affiancato fino a un mese dal voto la corsa di Renato Soru, per poi rientrare nel campo largo che l’ha unitariamente candidato sindaco.
A sfidare i due esponenti di centrodestra e centrosinistra ci sono anche Giuseppe Farris, con un’unica lista civica, Emanuela Corda, ex 5 stelle, e infine Claudia Ortu.
Nelle ultime due tornate elettorali non c’è stata la necessità di andare al ballottaggio. Nel 2019 si impose Paolo Truzzu (centrodestra) con il 50,1% su Francesca Ghirra (centrosinistra) al 47,7%. Nel 2016 si confermò per il secondo mandato Massimo Zedda (centrosinistra) col 50,8% su Piergiorgio Massidda (centrodestra) al 32,2%.
Rilevante negli ultimi anni, come dicevamo, la disaffezione dei cittadini con il vertiginoso aumento dell’astensionismo: da un’affluenza del 71,4% del 2011 si è scesi al 60,2% del 2016 fino al 51,7% del 2019. La tendenza si è solo lievemente attenuata alle regionali dello scorso 25 febbraio quando nel capoluogo è andato alle urne il 55,3% degli elettori.

 


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