Cagliari, il dramma dei negozi porterà a una strage di posti di lavoro

Chiudono uno dopo l’altro i negozi storici di abbigliamento, i commercianti del Corso lanciano un grido disperato. Negozianti strangolati dalle tasse che ora chiedono al Comune di salvarli, abbandonati anche dalle associazioni di categoria. Per colpa della mancanza di servizi e parcheggi il commercio a Cagliari rischia di finire nelle mani degli stranieri, che come nel caso dei cinesi hanno soldi da investire?


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di Jacopo Norfo

Cagliari Online sceglie di aprire questa domenica di informazione non parlandovi di politica e del referendum, del quale discuteremo a tempo debito. Ma siete ancora una volta voi cittadini a scrivere il giornale insieme a noi e a raccontarci i veri problemi della città: oggi chiude anche il Nuovo Olympia, negozio storico di via Roma, abiti griffati e borse luccicanti, via alla liquidazione per cessata attività (http://preprod.castedduonline.localmente.it/cagliari/centro-storico/42479/cagliari-chiude-anche-nuovo-olympia-la-maxi-crisi-dell-abbigliamento.html) .

IL DRAMMA DEL CORSO. Nel Corso invece la nostra inchiesta fa emergere uno scenario drammatico: i commercianti sono allo stremo, hanno visto le vendite dimezzate e addirittura la mancanza di autobus mette in difficoltà i disabili (http://preprod.castedduonline.localmente.it/cagliari/centro-storico/42481/disperazione-nel-corso-cosi-cagliari-ha-ucciso-i-negozi-del-centro.html) . La commerciante Anna Aledda lancia un grido d’aiuto che di certo non può essere ignorato. Sono aspetti sui quali il sindaco Zedda deve intervenire: va bene la svolta pedonale, vanno benissimo i carinissini nuovi mercatini di Natale, ma qui si tratta di salvare tante attività che nel centro storico sono piccoli pezzi di storia. Quel Corso spaccato in due, anche fisicamente, è un colpo al cuore. La pedonalizzazione dovrebbe garantire regole uguali e migliorative per tutti, non solo per chi si affaccia su piazza Yenne. La cronica mancanza di parcheggi fa il resto.

GLI SCENARI FUTURI. Il Corso rischia di anticipare quello che potrebbe accadere, anzi sta già avvenendo, tra piazza e via Garibaldi: bella la strada lastricata e la piazza nuova, peccato che la gente preferisca andare al caldo e coi parcheggi nei grandi centri commerciali. E le associazioni di categoria fanno il giro a chiedere 70 euro ai negozianti allo stremo per le luminarie, quando devono pagare tasse per migliaia di euro a fine anno. Rischiano di chiudere in tanti, come dimostrano le video interviste realizzate dal nostro Fabio Leo (http://preprod.castedduonline.localmente.it/cagliari/centro-storico/42460/corso-commercianti-ko-in-piena-crisi-ci-fanno-pagare-le-luminarie.html). Poco più avanti c’è via Angioy, dove invece- come in piazza Garibaldi- si è deciso di ingabbiare i commercianti per settimane e settimane, anche a dicembre. Leggete cosa dicono: http://preprod.castedduonline.localmente.it/cagliari/centro-storico/42466/via-angioy-centro-storico-cancellato-noi-ingabbiati-nel-cantiere.html .

Sarà il caso di cominciare a capire che il commercio a Cagliari va salvato prima che l’emorragia di posti di lavoro ci porti a una spirale senza ritorno? O vogliamo lasciare che siano i cinesi a banchettare sui resti delle nostre attività?

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