Cagliari, il Comune taglia i segretari comunali. E c’è chi si candida

Lo strano caso dei segretari del consiglio comunale di Cagliari, pagati con i soldi dei cittadini per 5 anni. E Matteo Massa di Sel non si arrende: ora prova a rientrare dalla porta principale. Nel partito che anche in Regione ha visto assumere segretari con chiamata diretta, senza concorso, pagati con i soldi dei sardi


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Poltrone girevoli in consiglio comunale. Il Comune taglia giustamente i segretari dei partiti, ma c’è chi non si arrende e si candida a consigliere comunale: è il caso ad esempio di Matteo Massa, segretario cittadino di Sel. Per anni pagato con soldi pubblici, ora- dopo il benservito annunciato dal Comune- prova la carriera politica. Della serie: se non mi può nominare il partito stesso a lavorare in Comune, ci provo con gli elettori di quel che resta del mio partito. Naturalmente la candidatura- del tutto legittima-non sarà probabilmente accompagnata dal santino nel quale come curriculum si ricorderanno questi anni di nomina diretta. Intanto però c’è il placet di Francesca Ghirra, che lo elegge a compagno di avventura e invita tutti a votarlo con lei. Sel, il partito che esiste ormai solo in Sardegna dopo lo scioglimento annunciato dal leader storico  Vendola, e dopo il caso clamoroso dell’Agenzia regionale del Lavoro dove diversi posti pubblici sono andati a iscritti al partito, non si arrende. Dopo avere fatto pagare con soldi pubblici i suoi esponenti, li candida direttamente. Sarà interessante una domanda ai candidati stessi, da qui al 5 giugno: come è stato possibile che tanti posti pubblici siano andati in Comune e in Regione, con nomine dirette, a esponenti di un partito non di primo piano?

Per i segretari del consiglio comunale, figure evidentemente considerate inutili e tagliate dagli stessi partiti, l’addio è però dietro l’angolo.  Prima collaborazioni coordinate e continuative, poi contratti a progetto e infine a tempo determinato. Ma da maggio, a fine consiliatura, tutti a casa. È il destino dei 24 segretari dei gruppi consiliari del Comune di Cagliari che  si ritroveranno senza lavoro. Non senza preavviso, la decisione è stata presa dal Consiglio comunale all’unanimità l’anno scorso. “Abbiamo modificato il regolamento da tempo – spiega il presidente del Consiglio comunale Ninni Depau – ma è stato deciso di attendere la scadenza naturale dei contratti. Una decisione inevitabile visto che tutte le norme impongono un ridimensionamento dei costi del personale, anche la politica deve fare dei sacrifici”.

Per le casse comunali un risparmio di oltre 17 mila euro. Sono in tutto 24 i segretari che verranno “tagliati”. Poltrone che però Zedda a inizio legislatura aveva addirittura aumentato. La domanda è molto semplice: era davvero indispensabile pagare con soldi dei cittadini cagliaritani personaggi che si rivelano figure politiche? Succede anche in Regione: iscritti a Sel lavorano nelle segreterie della giunta Pigliaru pagati con i soldi dei sardi, e senza alcun concorso. E parlano spesso di lotta al precariato.

Il programma elettorale di Massimo Zedda nel 2011 parlava chiario: “Nei prossimi 5 anni ci sarà ogni giorno almeno un occupato in più. Ogni giorno almeno la stabilizzazione per un precario. Ogni giorno almeno un’altra donna che conquista il lavoro. Ogni giorno almeno un giovane che inizi a lavorare”. Parole e promesse elettorali, appunto, che vengono sonoramente smentite dai dati dell’Agenzia regionale del lavoro, guardacaso considerata proprio il feudo di Sel, lo stesso partito del sindaco. Tre anni dopo, nel 2014, il numero dei disoccupati a Cagliari era drasticamente aumentato: sono passati da 29908 a 37070. Il tasso della disoccupazione in città è salito dal 19 al 23 per cento. Un problema che non ha riguardato di certo Matteo Massa, segretario cittadino di Sel, assunto in Comune dal partito con i soldi dei cagliaritani. 


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