Cagliari, il colle che ha sventrato Tuvumannu ora rischia di crollare

Dopo l’abbandono i crolli: tunnel di via Castelli in agonia. Il vicesindaco Marras: “E’ un obbrobrio e va risolto, l’abbiamo in carico da poco tempo e questo ci ha permesso di riconnettere la viabilità ma non può risolverlo solo l’amministrazione. C’è una certa urgenza, quel tunnel non può rimanere così a lungo”


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di Ennio Neri

Ci mancavano soltanto i cedimenti. Non bastavano il blocco del cantiere per anni, i pericoli per i residenti e gli allagamenti. Ora c’è anche il rischio crollo per  il tunnel di via Castelli, una delle più clamorose incompiute della città. Uno scavo profondo quasi 8 metri che ha sventrato il colle di Tuvumannu e che oggi giace a cielo aperto e abbandonato.

E’ tutto ciò che resta di una strada in parte interrata che avrebbe dovuto collegare via Cadello con via Is Maglias per poi attraversare il canyon di Tuvixeddu e raggiungere via San Paolo con un ponte dopo aver buttato giù mezzo liceo Siotto. I lavori, fermi al 35 % dell’opera, sono stati bloccati dal vincolo imposto dall’allora Giunta Soru e non sono mai più ripartiti. Il Comune ha pensato di riutilizzarlo nell’ambito di una risistemazione della viabilità del quartiere, ma prima di poter prendere qualsiasi decisione deve concludere la copianificazione che va avanti ormai da due anni con Regione e Mibact su tutto il nuovo assetto di Tuvixeddu e Tuvumannu. Ma intanto, aspettando una soluzione, il tunnel rischia di crollare.

IL BRACCIO DI FERRO. “Questo è quello che resta di un progetto ampio stava all’interno di un annoso contenzioso”, spiega il vicesindaco Luisa Anna Marras, “i lavori sono stati bloccati da una sentenza del Consiglio di Stato. Nella scorsa consiliatura ci siamo occupati di risolvere la situazione cioè come vederlo all’interno di una mobilità chiusa di servizio al rione. Ora”, aggiunge, “stiamo lavorando all’interno dell’attività di pianificazione con la Regione per risolvere nell’insieme tutto questo tema. stiamo facendo un ragionamento generale perché un privato avanza dei diritti. E’ un obbrobrio e va risolto, l’abbiamo in carico da poco tempo e questo ci ha permesso di riconnettere la viabilità ma non può risolverlo solo l’amministrazione”. La Marras ha anche ammesso i cedimenti all’interno della struttura. “C’è una certa urgenza”, prosegue, “quel tunnel non può rimanere così a lungo”.

La storia. Comune, Regione, “Società Iniziative Coimpresa” ed altri proprietari privati sottoscrivono, il 15 settembre 2000, l’ormai famosissimo accordo di programma  quadro sul progetto di “Riqualificazione urbana ed ambientale dei colli di Sant’Avendrace”.

Tale programma, prevedeva la realizzazione della viabilità di collegamento fra via Cadello e via San Paolo in tre lotti: il primo avrebbe dovuto avere origine in via Cadello e terminare poi all’imboccatura del “canyon” di Tuvixeddu, in via Is  Maglias, il secondo avrebbe dovuto collegare a raso il primo lotto con via Vittorio Veneto e con via Falzarego attraverso il canyon e il terzo avrebbe dovuto scavalcare viale Sant’Avendrace e via San Paolo per poi collegarsi con l’asse litoraneo.

Il progetto del primo tratto (via Cadello-via Is Maglias) veniva approvato nel settembre 2004 nonostante la dura opposizione di ambientalisti e comitati di residenti: consisteva nella realizzazione di un tunnel, composto da due corsie di marcia, due di emergenza, spartitraffico centrale e marciapiede di sicurezza su entrambi i lati.

I lavori (quasi 8 milioni di euro) furono appaltati e aggiudicati nel giugno dell’anno successivo all’impresa Gecopre, partirono pochi mesi dopo ma furono sospesi il 14 gennaio 2007 su disposizione del Dirigente del Servizio Tutela del Paesaggio della Regione: l’inizio della guerra a suon di vincoli che l’allora Giunta di Soru mosse contro tutto il progetto di Tuvixeddu e Tuvumannu.

I vincoli della Regione (e del Ministero, perché nel luglio 2010 la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Sardegna dichiara l’interesse culturale storico artistico del “Complesso minerario industriale di Tuvixeddu”, che include le aree interessate dalla realizzazione della strada e del parco a partire dal bordo della via Is Maglias) resistono negli anni ai giudizi dei vari tribunali amministrativi e così non risulta più possibile la realizzazione della strada, come originariamente concepita, e vengono meno anche i presupposti per il completamento dei lavori relativi al tunnel appena iniziato.

Nel maggio 2011, poco prima delle elezioni, si registra un tentativo in extremis della Giunta che adotta la “Variante nodo via Is Maglias”: prevedeva che il tunnel, dopo aver attraversato via Is Maglias in sottovia, recuperasse la differenza di quota con una rampa bidirezionale a forma di “cappio” e si innestasse centralmente nella rotatoria di superficie in via Is Maglias, non essendo possibile la prosecuzione della strada nel canyon.

Ma questa variante non ha mai ottenuto i pareri favorevoli alla realizzazione perché la regolamentazione d’intesa tra Comune e Regione, al fine di pianificare la realizzazione delle opere consentite (come richiesto dalle sentenze del Consiglio di Stato) non è mai stata definita.

La copianificazione è partita solo nel luglio 2014, quando è stato avviato un tavolo tecnico tra la Regione, il Mibact, e il Comune per definire le Attività di copianificazione relative al  bene paesaggistico “Colli di Sant’Avendrace”, anche in riferimento alla strada di collegamento tra via Cadello e via Is Maglias: ma solo alla conclusione sarà possibile capire come la viabilità in questione potrà essere modificata, per adeguarla al nuovo assetto urbanistico e ambientale.

(foto di Marcello Polastri)


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