Nel suo bar si può pagare un caffè, una pasta, uno spritz o un tramezzino “solo con monete o banconote”. Il Pos? Raimondo Corrias, barista cagliaritano, non ce l’ha. Con tanti saluti all’operazione cashback e alla futura lotteria degli scontrini. “Nel bar serve essere celeri nel servizio, il discorso del cashback e dei pagamenti online è lento, lo vedo in modo negativo, e le banche trattengono commissioni esagerate, è un aggravio di spese”. Avere il terminale per poter pagare online è un obbligo, il rischio della multa c’è tutto. Ma Corrias non sembra essere preoccupato: “Mi adeguerò”. Ma il barista racconta di aver parlato con la sua commercialista: “La multa è solo amministrativa, potrei tentare un discorso del genere”, cioè pagare l’eventuale sanzione. “Paradossalmente, lo preferisco, se proprio non potrò farne a meno. Preferisco rischiare, abbiamo già tante spese e gli incassi, in questo periodo, sono quello che sono. Pagare una cifra, anche piccola, in più, alle banche, mi secca tremendamente”.
Ma i clienti, sinora, come stanno reagendo: “Sono abituati, non si creano problemi”. E se qualcuno non ha spiccioli e vuole pagare con la carta? “Nessuna questione, mi faccio pagare la prossima volta che viene, sono clienti abituali che tornano e saldano”. Una scelta che potrebbe far storcere il naso a più di una persona, anche tra chi “vede”, nel non utilizzo del Pos, un modo per evadere: “No”, dice secco Corrias, “ci sono tutti gli strumenti per verificare”.