“Non ho mai truffato nessuno, i soldi ci sono”. L’ha detto più di una volta, direttamente dal carcere di Uta nel quale è stato portato dopo essere stato fermato, nel weekend, all’aeroporto di Elmas, Roberto Diomedi, direttamente al suo avvocato, Antonello Garau. Le accuse per il broker di Sinnai sono pesantissime: truffa, riciclaggio e abusivismo finanziario. Cinquemila persone truffate, 4,5 milioni intascati e, in parte, utilizzati per mettere le mani su un hotel di Sardara con l’aiuto di un prestanome, stando a quanto trapela l’Antica Casa Diana, e alla base di tutto il “metodo Ponzi”, illegale, per avere tanti quattrini: Diomedi, insieme ai suoi complici, stando alle indagini di Guardia di Finanza e polizia Postale, ha promesso profitti elevati, sino al 5% al mese, a chi avesse deciso di investire denaro. Ma solo i primi investitori hanno ricevuto, dopo qualche tempo, i soldi: tutti gli altri, invece no. “Il mio assistito nega quasi tutto, confermando che le persone sapevano che i fondi c’erano. Non capisco perchè sia stato arrestato, gli contestano fatti del 2016 e del 2018, mentre le indagini sono partite nel 2019”, osserva, subito dopo aver incontrato il suo assistito in carcere, Antonello Garau. “Non ha mai avuto nessuna intenzione di scappare. Anzi, voleva sistemarsi qui in Sardegna, o dalla moglie a Dolianova o in un’altra casa a Sinnai”. Le accuse, doveroso ripeterlo, non sono leggere. Roberto Diomedi è in carcere, la sorella Barbara ai domiciliari e il fratello Fabrizio ha l’obbligo di dimora. E la procura ha anche mandato ai domiciliari altri complici. Dieci, in totale.
“Diomedi è venuto in studio da me almeno due volte, dall’inizio dell’anno, avrebbero già potuto arrestarlo. I fondi sono stati investiti anche in pietre e metalli preziosi”, prosegue l’avvocato, riferendosi ad informazioni che gli ha fornito il suo assistito. “A Dubai non si portano certo gli euro, si porta oro che, poi, si trasforma e si rivende. Mi ha garantito anche che, se venisse autorizzata una persona a incassare i depositi, le partite si potrebbero chiudere”. Partite economiche, ovviamente. Cioè i soldi richiesti dalle tante persone che hanno sporto denuncia contro il broker sardo. “È tutto riconducibile, si tratta di società con sedi legali all’estero, e tutti sapevano delle operazioni di raccolta fondi”. Sulla questione dell’albergo, Antonello Garau spiega: “Ho saputo da un mio collega che l’Antica Casa Diana risulta essere messa all’asta. Devo ancora vedere bene queste carte”. Domani mattina ci sarà l’interrogatorio di garanzia, venerdì il secondo round. Roberto Diomedi sarà interrogato in modalità videoconferenza dalla sua cella nel carcere di Uta.