Cagliari, i genitori dei bimbi abbandonati dall’Asl: “Ci chiedono perchè non possono più camminare meglio”

Genitori impotenti e quasi in lacrime per i loro piccoli, alle prese con spasticità ed encefalopatie. Niente fisiatri nell’unico centro isolano, servizi al palo. Manuele Perra: “Senza la tossina botulinica la mia Sofia non può fare fisioterapia. Partire fuori per curarla? È un’ingiustizia”. Valentina Diana: “Tempi biblici per il collaudo del tutore per la gamba di mio figlio, a febbraio 2023 rischia di essere già compromesso il suo percorso di cure”. VIDEO INTERVISTE


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A casa, tra i compiti e qualche ora di svago guardando un cartone animato alla tv o leggendo un libro, i tantissimi bambini sardi rimasti senza visite e cure fisiatriche fanno ai genitori una semplice domanda: “Perchè non possiamo camminare meglio?”. Hanno encefalopatie o paralisi sin dalla nascita, i tutori o le tossine botuliniche erogati dall’Asl sino a qualche mese fa sono stati supporti fondamentali, per i piccoli. Da qualche tempo è impossibile prenotare un appuntamento nel padiglione H della Cittadella della salute di via Romagna a Cagliari. Il direttore generale Marcello Tidore ha già ammesso la verità alle mamme e ai papà dei piccoli malati: due fisiatre hanno vinto un concorso e ora lavorano a tanti chilometri di distanza, ecco perchè il servizio è finito ko. Manuele Perra, 53enne di Monserrato, ogni giorno che passa si dispera sempre di più: “Mia figlia ha dieci anni ed un’encefalopatia ipossico ischemica dalla nascita. Ogni tre mesi deve prendere la tossina botulinica per rilassarsi i muscoli e fare la fisioterapia. L’ultima somministrazione risale al 30 giugno scorso, la prossima sarà solo a febbraio 2023”. Come fare a resistere per così tanti mesi? “Non lo so, ma le sue condizioni possono peggiorare perchè si tratta di un farmaco, la tossina, la cui somministrazione non deve mai essere interrotta. La dottoressa ci ha detto che possiamo andare a Bologna, Milano, Roma o Torino per ottenerla. Per mia figlia lo farei,  ma non è corretto per tutti i bimbi che non hanno la possibilità di farlo anche se la Regione ha promesso che ci paga i viaggi. Non credo più a queste promesse, siamo sardi e vogliamo essere curati in Sardegna. Mia figlia mi chiede perchè non può più camminare meglio, ed è tristissimo quando un padre non riesce a garantire le cure alla propria bimba”. Certo, Perra non ha nessuna colpa dell’ennesimo disastro della sanità, ma sa che questa giustificazione reale non consente, in parallelo, di far migliorare la condizione fisica di Sofia.
Maria Valentina Diana, da undici anni tondi, era abituata a viaggiare, almeno una volta ogni tre mesi, da Carbonia a Cagliari, per le visite e le cure di suo figlio: “Ha una paralisi cerebrale ed un’emiparesi laterale da quando è piccolissimo. Servono tempi biblici per il collaudo di un tutore che lo farebbe camminare autonomamente, senza il bisogno di appoggiarsi ad un’altra persona”, spiega. “Combatte contro una spasticità cronica al piede destro, il tutore è indispensabile ma l’appuntamento solo a febbraio dell’anno prossimo per la verifica dell’ausilio significa, principalmente, che corre il rischio di indossare, per tante altre settimane, un presìdio non corretto. È nell’età della crescita, anche il piede diventa più grande e, questa attesa, può portare ad una compromissione totale del percorso di cure che ha fatto sinora. Dall’Asl nessuna risposta che contenga una soluzione valida e rapida. Il mio tesoro mi dice sempre di darmi da fare per lui, perchè sa che ha il diritto di avere ciò che spetta dalla sanità sarda”.


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