La sanità sarda tocca uno dei suoi punti più bassi, da quando è scoppiata l’emergenza delle attese lunghissime e delle cure, troppo spesso, negate. Al Microcitemico di Cagliari si è reso necessario l’intervento dei carabinieri per poter garantire tutte le cure ad alcuni piccoli malati, arrivati da Sassari e Olbia insieme ai genitori per essere accolti e curati nel reparto di Oncoematologia pediatrica. A raccontare il vergognoso caso è Francesca Ziccheddu, presidentessa dell’Asgop, l’associazione sarda formata da genitori di bambini e adolescenti affetti da patologie oncoematologiche: “Saltano le terapie, saltano le procedure, salta tutto eccetto i politici dalle poltrone a cui sono avvinghiati con tutte le loro forze. Oggi, in Oncoematologia pediatrica, erano previste 7 procedure programmate. Quattro aspirati midollari e 3 rachicentesi, cioè indagini per rivalutare lo stato della malattia e terapie che richiedono puntualità e urgenza. Una famiglia è venuta da Olbia e una da Sassari. Tutti i piccoli pazienti erano a digiuno dal giorno prima”, ricorda la Ziccheddu.
E il caos è scoppiato quasi subito. Le famiglie, infatti, hanno scoperto che non avrebbero potuto fare niente a causa della mancanza del servizio di anestesia. Abbiamo dovuto chiamare i carabinieri per garantire il diritto alle cure”. E i militari sono arrivati davvero. E solo dopo il loro intervento “è stato possibile sbloccare la situazione. Siamo arrivati a questo: chiamare i carabinieri per garantire le cure. Non basta che le famiglie dei bambini malati di tumore debbano combattere contro la malattia, no, devono combattere anche contro l’incapacità e le brame di chi ha voluto distruggere un sistema che stava iniziando a funzionare. Tutto questo si verifica a seguito della legge regionale di riforma del sistema sanitario. Edal 2020 che solleviamo i problemi che si stanno puntualmente creando e che in due anni non hanno trovato una soluzione adeguata”, denuncia la presidentessa dell’Asgop. “Il Microcitemico aveva a disposizione un’equipe di anestesisti pediatrici del Brotzu funzionale ai percorsi di cura dei piccoli pazienti. A seguito della legge regionale di riforma del sistema sanitario, con lo scorporo del Microcitemico dal Brotzu e l’annessione all’istituenda Asl 8, è stato cancellato il risultato organizzativo raggiunto in anni di faticoso impegno. Il piano adottato attualmente non è adeguato a gestire la complessità dei percorsi di cura dei bambini di oncoematologia pediatrica. La gestione attuale non funziona e spesso presenta problemi burocratici di lunga o impossibile soluzione perché il solo anestesista della Asl 8 non può operare da solo, non può operare al Brotzu o semplicemente perché assente.A causa dello scorporo abbiamo questi problemi: i nuovi pazienti all’esordio della malattia non possono mettere il catetere venoso centrale e non possono iniziare la terapia, non si possono fare i prelievi midollari di rivalutazione, non si possono fare le rachicentesi e le terapie chemioterapiche che richiedono il catetere venoso, non si possono fare tac, pet e scintigrafie”.