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Madre e figlio depositavano i loro risparmi presso una filiale di Poste Italiane Spa di Cagliari, ma si vedevano prelevare, senza autorizzazione alcuna circa 10.000 euro da un hacker che era riuscito ad entrare sul loro conto. A seguito di una richiesta di rimborso a Poste Italiane, che risponde della responsabilità del custode, per avere un sistema di sicurezza accessibile ai terzi, i malcapitati si vedono negare alcuna forma di risarcimento.
Decidono allora di rivolgersi al Codacons Sardegna e, nel 2009 parte la causa contro Poste Italiane Spa, patrocinata dall’Avv. Diana Barrui, Presidente del Codacons Sardegna, conclusasi con una vittoria per madre e figlio.
Per il Tribunale di Cagliari, infatti, Poste Italiane Spa “quale soggetto professionalmente esercente attività di home banking, aveva il dovere contrattuale di utilizzare per la sicurezza del proprio sistema una tecnologia adatta a contrastare quella in concreto fruibile dai potenziali hackers (..), deve ritenersi inadempiente ai propri obblighi contrattuali, e quindi responsabile in relazione al danno patrimoniale cagionato agli attori da tale inadempienza”.
I giudici hanno quindi condannato l’azienda a rifondere gli utenti assistiti dal Codacons dell’intera somma prelevata illecitamente sul conto (circa 10mila euro) oltre al pagamento degli interessi legali e al risarcimento delle spese di giudizio.