di Paolo Rapeanu
Un’arma in ogni casa, pronta e carica all’occorrenza per difendersi da “ospiti” indesiderati: ladri, detto in maniera semplice. La Lega che viaggia verso il governo col M5S ritorna alla carica sulla legittima difesa domiciliare e raccoglie consensi anche a Cagliari. In una normale mattina di spesa, tra le corsie del mercato di San Benedetto somiglia a un “miracolo” trovare una sola persona che storca al naso alla proposta leghista. Il sentimento principale, stando alle parole dei cagliaritani, è quello dell’insicurezza mista all’abbandono da parte dello Stato. “Le Forze dell’ordine spesso hanno le mani legate, dobbiamo pensare a come salvarci la pelle”.
Guarda agli Stati Uniti Nanni Orani, pensionato: “Lì tutti hanno almeno una pistola in casa e stanno meglio, vivono più sicuri. Se apri la porta e ti trovi davanti un malintenzionato cosa fai? Io voglio difendermi”. Piena sintonia con la proposta di Salvini anche da parte di Antonio Pistillo, 67enne: “Qui è una giungla, anche a causa dei troppi stranieri che continuano ad arrivare. Ho assistito a uno scippo in piazza Garibaldi, qualche giorno fa un immigrato ha strappato dalle mani di una ragazza un cellulare ed è fuggito a gambe levate”, racconta. Roberto Scaramuccia è un boxista che vende carne, e l’idea di tenere un’arma in casa lo alletta: “D’accordissimo, oggi come oggi la delinquenza c’è ad ogni angolo. Non mi sento sicuro in casa e nemmeno in giro”. Isidoro Orrù non è contrario, ma suggerisce regole: “Chi ha un’arma deve prima svolgere dei test ed essere abilitato. Io, personalmente, ho tre fucili perché sono cacciatore. Da anni subisco minacce per via di gelosie sul lavoro, non so se però arriverei a sparare per legittima difesa”. Cagliari Online ha raccolto le testimonianze di alcuni cagliaritani, tra pensionati e commercianti, tutti d’accordo sulla legittima difesa. Le loro interviste possono essere lette nel corso delle prossime ore sul nostro sito
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