di Paolo Rapeanu
Gli studenti di varie classi di tre scuole superiori cagliaritane – l’Azuni, il Bacaredda e il D’Arborea – protagonisti di un progetto che, per un anno, ha visto nel banco accanto al loro un ragazzo o una ragazza straniera. Una chiacchiera, un disegno, ma anche un’analisi sulla Costituzione. Trenta gli stranieri che hanno partecipato al progetto: “Un modo per favorire l’integrazione, siamo molto soddisfatti del risultato raggiunto”, dice Antonia Cuccu, direttrice del servizio di Coesione sociale dell’assessorato regionale del Lavoro. Nei fatti, centinaia di giovani tra i 14 e i 17 anni hanno potuto scoprire le tante differenze che ci sono tra loro e chi arriva dalla Costa d’Avorio, dal Senegal, dalla Cina, dall’India e da tante altre nazioni. Ogni giorno di scuola gomito a gomito “per favorire l’inclusione scolastica, i ragazzi sono più propensi ad accettare e capire le diversità. È un processo lungo e non semplice, partire dalla scuola è importantissimo anche per incidere sulla mentalità. Le diversità diventano così un valore”.
Nella sala polifunzionale del parco di Monte Claro, durante le relazioni finali, gli stessi studenti hanno presentato i vari progetti svolti: tra i più curiosi ci sono i disegni, rigorosamente geometrici nel caso del Bacaredda, degli uccelli tipici dei paesi dai quali provengono i migranti. “Sono contributi belli e colorati”, prosegue la Cuccu, “hanno lavorato insieme anche sui temi della conoscenza e delle competenze legislative. Con piccole risorse siamo riusciti a far lavorare insieme ragazzi provenienti da culture diverse”.