Cagliari, fioccano gli sos nella clinica gratuita per i bisognosi: “Aiutiamo anche giovani disoccupati per colpa del Covid” 

Sono centinaia le persone che hanno bussato alla porta del mini ambulatorio gestito dalle suore vincenziane in via della Pineta, il picco negli ultimi mesi: “I medici, che operano gratis, possono solo dare consigli ma non visitare, purtroppo. C’è chi viene sin qui perchè ha bisogno di aiuti economici dopo aver perso il lavoro. Se possiamo li aiutiamo o, comunque, li mandiamo alla Caritas”. GUARDATE la VIDEO INTERVISTA 


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I consigli medici, anche se fatti al telefono per colpa dell’emergenza legata al Coronavirus, continuano ad essere tanti, ogni settimana, nel “Centro di orientamento sanitario suor Teresa Tambelli”, aperto un anno fa dalle suore vincenziane in via della Pineta a Cagliari. Al momento del taglio del nastro, il virus era ancora lontanissimo dall’Italia. Poi, però, è arrivato. E la routine è stata, naturalmente, stravolta. Il team di medici che presta la sua opera dal lunedì al venerdì, mattina e pomeriggio, gratuitamente, si è trovata a dover aiutare sempre più persone. “Decine e decine, soprattutto negli ultimi mesi”. Consigli, suggerimenti, ma niente ricette: non c’è infatti l’abilitazione, manca il via libera per poter consentire ai professionisti in camice di poter visitare al cento per cento chi bussa al portone dell’ambulatorio “degli ultimi”. Suor Pasquina Catuogno è una delle religiose che, più volte alla settimana, accoglie giovani, famiglie e anziani bisognosi di aiuto. E tiene banco la “crisi” legata al Covid: “Sì”, conferma suor Pasquina, “e le persone vorrebbero essere visitate dai medici, ma loro possono solo dare consigli. Indirizziamo tutti o in viale Trieste”, dove c’è il poliambulatorio dell’Assl, “o alal Caritas”, a seconda delle esigenze. Poter essere visitati per questo o quel problema senza dover mettere mano al portafoglio è l’obbiettivo principale di tanti cagliaritani in difficoltà: “Ma garantiamo comunque consulti medici, anche se nell’ultimo periodo avvengono telefonicamente per via del Covid”.
E chi viene a chiedere una mano, spesso, non ha i capelli bianchi: “Ci sono anche dei trentenni”, che raccontano di aver perso il lavoro per colpa del virus: “Anche, purtroppo è così. Chiedono un aiuto economico, li indirizziamo alla Caritas anche per il vitto, se possiamo diamo qualcosa noi, ma difficilmente, perchè non siamo qui per questo. Ma anche anziani che, ogni giorno, vengono per farsi misurare la glicemia e la pressione, così come persone di mezza età desiderose di rivedere i figli, e allora l’aiuto arriva alla nostra psichiatra. Sarebbe bello che ci dessero l’autorizzazione, soprattutto ai medici, di poter visitare e fare qualche ricetta, dando la possibilità ai dottori di fare il loro mestiere che purtroppo non possono svolgere perchè non abbiamo l’autorizzazione”.