Cagliari, dopo 206 anni addio a Garzia: “Il commercio storico muore tra cinesi e troppi locali food”

La crisi miete un’altra “vittima eccellente” tra i negozi storici, serrande abbassate per sempre all’ingrosso di abbigliamento Garzia dopo cinque generazioni. L’amarezza di Emanuele Garzia: “Stiamo diventando una terra di conquista da parte di investitori stranieri e il Comune non ha saputo dare nessuna regola. Nel Corso Vittorio troppe attività che vendono cibo, intanto via Dante muore”. GUARDATE la VIDEO INTERVISTA


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Duecentosei anni di storia, dal 1813 al 2019. Prima alla Marina, in piazzetta Dettori, poi a Sestu nella zona commerciale. Ultimo atto, la chiusura: Cagliari dice addio anche all’ingrosso Garzia, un colosso del commercio: dall’abbigliamento ai tessuti, dagli articoli per gli uffici alla scuola. La crisi ha ucciso anche una dinastia di commercianti giunta alla quinta generazione. E spetta a Emanuele Garzia, 53 anni, l’ingratissimo compito di celebrare il funerale dell’azienda: “Purtroppo, era impossibile fare altrimenti. Vanno a casa dodici dipendenti, incluso il sottoscritto”. Insomma, nuovi disoccupati: “La scelta di Sestu all’inizio ci ha premiati, poi la crisi incessante non ci ha consentito di vedere più la luce”. Figlio d’arte, Garzia è anche ai piani alti della Camera di Commercio ed è stato candidato, senza riuscire a essere eletto, tra le fila di Fortza Paris alle ultime Regionali. “Dalla mia posizione dentro la Camera di Commercio mi rendo conto che tantissime aziende stanno soffrendo e molti imprenditori non vanno nemmeno a chiedere un credito alle banche”.

 

“Negli ultimi anni in città si è voluto dare sempre più spazio alle attività commerciali che propongono cibo, concentrandole nelle aree pedonali come il Corso Vittorio, col risultato che altre strade, come via Dante, stanno morendo. Il Comune ha avuto poca attenzione”, attacca Garzia, “non ha creato un vero equilibrio commerciale in tutti i rioni. Oggi, chi abita nel Corso e ha bisogno di una ferramenta, deve andare sin da Brico. Sono ben pochi anche i negozi di abbigliamento, ormai”. E Garzia se la prende anche con gli investitori stranieri: “Cinesi, ma non solo, che stanno investendo aprendo negozi di cibo. La nostra città è diventata una terra di conquista. Oltre a centri commerciali e grande distribuzione, di fatto si è creata una diga che porta la gente a non raggiungere più Cagliari anche perché quasi tutti i parcheggi sono a pagamento”. E il futuro dell’”ultimo” erede dei commercianti Garzia? Come sarà? “Non lo so, il mio background è chiaro. Devo ancora decidere, a cinquantatre anni, dove andare a riporre le mie energie e i miei interessi”.