Il Comune di Cagliari è occupante abusivo: ruspe verso la scuola di via Zucca

Il Tar ha dichiarato illegittima l’occupazione dei terreni espropriati nel 1989 a Pirri per la costruzione della scuola. E così ora il Comune di Cagliari deve restituire alla famiglia Ambu le aree “libere da cose e persone”


Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp

Ha espropriato alcuni terreni di Pirri per la costruzione di una scuola media. Ma la procedura è stata dichiarata illegittima dai giudici del Tar: manca il decreto di esproprio. E così ora il Comune di Cagliari deve restituire le aree alla famiglia Ambu “libere da cose e persone”. Ruspe verso le scuola di via Zucca? Possibile. Quel che è certo è la sentenza del Tar che segna un punto a favore dei privati.

La storia. Il Comune di Cagliari ha occupato nel marzo 1989, con decreto d’urgenza, i terreni di proprietà della famiglia Ambu (8 mila e 850 metri quadrati) per la realizzazione di una scuola media nel prolungamento di via Su Planu a Pirri.

L’amministrazione ha poi costruito la scuola, ma la procedura è apparsa da subito viziata: perché non è mai stato emanato il decreto di esproprio a conclusione della procedura di espropriazione per pubblica utilità.  Via Roma è stata più volte invitata e restituire dei beni o, in alternativa, a dar corso alla regolare procedura di esproprio. Gli uffici comunali hanno anche tentato di trovare una soluzione conciliativa con gli Ambu, ma l’accordo non è mai stato raggiunto.

I privati così hanno richiesto di rientrare in possesso delle aree, libere da cose e persone, contestando l’occupazione illegittima dei terreni e chiedendo anche la condanna al risarcimento dei “danni patrimoniali” al risarcimento del danno “non patrimoniale”, con rivalutazione ed interessi.

E alla fine della vicenda il Tar ha dato ragione agli Ambu imponendo a palazzo Bacaredda la restituzione dei terreni (liberati dalla scuola nel frattempo edificata) e il  pagamento dei corrispettivi per l’occupazione illegittima.

Ora spetta al Consiglio di Stato (prossimo round della battaglia legale) mettere la parola fine alla vicenda.

 


In questo articolo: