Cagliari, caso Mattia Ennas verso l’archiviazione: per i giudici fu un suicidio

Dopo l’arrivo degli ultimi esami la procura cagliaritana, che indagava per omicidio e furto, ha chiesto l’archiviazione. L’ipotesi della caduta dopo un’aggressione non ha trovato conferme. Alcune amiche avrebbero testimoniato che il 22enne quartese, precipitato da un palazzo di Mulinu Becciu nel 2019, avrebbe più volte manifestato la volontà di farla finita.


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Alla fine anche gli ultimi esami sono arrivati. Ma la Procura ha chiesto l’archiviazione del fascicolo sulla morte di Mattia Ennas, morto dopo una caduta da un palazzo di Mulinu Becciu nell’agosto del 2019. La morte inizialmente venne archiviata come suicidio, ma, anche dopo un pressing mediatico asfissiante, la Procura aveva aperto un’inchiesta per furto e omicidio. L’impegno degli inquirenti è stato importante, le indagini sono state lunghe e impegnative e tanti sono stati i testimoni ascoltati. Una perizia della nota criminologa Roberta Bruzzone aveva escluso l’ipotesi del suicidio, ma alcune amiche avrebbero dichiarato ai giudici di aver raccolto sfoghi di Mattia sulla volontà di farla finita. Ora però dopo 5 anni i magistrati hanno chiesto l’archiviazione.
Mattia Ennas cadde da un palazzo di via Binaghi all’alba del 25 agosto 2019.
Dopo una notte in discoteca il ragazzo, completamente fradicio, sale su un taxi sul lungomare Poetto e racconta di essere stato derubato (anche con la complicità di una ragazza che trascorse con lui parte della serata), viene fatto poi scendere al Quartiere del Sole e, accompagnato da alcuni ragazzi conosciuti in strada, arriva fino allo stadio Amsicora, dove viene poi raggiunto da un gruppo di amici.
Questi dichiarano di averlo accompagnato a casa sua alle 7 del mattino a Quartu, ma la famiglia Ennas (a quell’ora di domenica avrebbero sentito l’auto arrivare) ha sempre dichiarato di non essersi accorta del rientro del ragazzo. Da qui la vicenda si fa meno chiara. Perché in base agli orari del QS (la linea del Ctm diretta tra Quartu e via Binaghi a Cagliari, luogo della tragedia), anche prendendo il primo bus disponibile, Mattia sarebbe arrivato a Mulinu Becciu solo dopo le 8 e 5 del mattino, mentre le telecamere riprendono la caduta alle 8 e 2 minuti. Quindi le modalità di arrivo di Mattia Ennas a Mulinu Becciu restano avvolte nel mistero.
Mattia, bagnato fradicio, probabilmente pensava di poter recuperare il cellulare che gli era stato sottratto in spiaggia nel palazzo di via Binaghi, individuato grazie al trova iphone. Tra l’ingresso nel palazzo e la caduta del giovane trascorrono pochissimi minuti e questo ha indirizzato gli inquirenti verso la tesi del suicidio. Amici e familiari hanno ipotizzato che il ragazzi potesse aver preso l’ascensore per raggiungere i piani alti in 20 secondi, prima di un’ipotetica aggressione. Perché chi ha visto il video parla del giovane che cade a terra come se fosse stordito o svenuto.
L’esito dell’autopsia non ha dato risposte precise. E gli interrogatori non hanno portato gli inquirenti su strade diverse da quella del suicidio. I familiari stanno valutando l’opposizione al provvedimento.


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