Cagliari, case di riposo strozzate tra bollette e finanziarie: “Rette più alte per garantire il riscaldamento agli anziani”

Luce alle stelle, ma anche i pasti consegnati dalle ditte sono più cari nelle strutture che ospitano tanti nonnini. Milena Sirigu: “Ci siamo rivolti alla banca, per pagare anche gli stipendi siamo andati sotto: chi ci aiuta?”. Luciano Damiazzi: “Abbiamo chiesto soldi in più agli ospiti benestanti. Quando arriverà il freddo dovremo accendere il riscaldamento: il governo Meloni ci aiuti”


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Le coperte, nel caso, ci sono, ma rappresentano l’ultima spiaggia. Prima, con i primi freddi alle porte e l’inverno che, nelle prossime settimane, spazzerà via definitivamente caldo e temperature alte, nelle case di riposo di Cagliari la situazione legata all’aumento dei prezzi di luce e cibo è drammatica. Le strutture che ospitano tantissimi anziani hanno subìto, più di tante altre realtà, l’impennata dei costi. E le strade da percorrere per evitare di mandare tutti a casa, Oss e infermieri inclusi, sono poche: rette più salate o sos alle banche. Nella struttura gestita da Milena Sirigu, in via Padova, gli ospiti sono ventisei: “La bolletta elettrica è aumentata da 750 a 1200 euro, il servizio catering con il quale garantiamo i pasti a tutti gli anziani da poco più di cinquemila a quasi ottomila euro”. Rialzi folli, e il pensiero di aumentare le rette c’è tutto: “Volevamo chiedere 50 euro in più, qui la maggior parte dei nonnini e nonnine sono benestanti, ma non l’abbiamo fatto perchè è comunque difficile chiedere agli altri di mettersi le mani in tasca e spendere di più. Ci siamo rivolti alla banca per aprire una finanziaria, cioè avere dei soldi, ma non se n’è fatto nulla”. Insomma, tentativi andati male. E l’inverno è alle porte: “Garantiremo il benessere di tutti i pazienti, il riscaldamento sarà acceso ma possiamo solo sperare che le prossime bollette siano più basse. Purtroppo, nessuno ci aiuta a livello di istituzioni: facciamo prima a chiedere una mano ai nostri parenti o amici, negli ultimi mesi per garantire anche il pagamento di tutti gli stipendi del personale siamo andati sotto, ci abbiamo rimesso”.
Non va meglio nelle due case di riposo gestite, tra Pirri e Assemini, da Luciano Damiazzi: “Quaranta ospiti, da noi è pure aumentata la bolletta dell’acqua, venti per cento in più. La luce è raddoppiata e siamo stati costretti a chiedere cento euro extra al mese ai pazienti più facoltosi, evitando di mettere in difficoltà quelli bisognosi, che sono la maggior parte”, spiega. “Ora, la retta, per chi può permetterselo, è di 1200 euro mensili, non possiamo chiedere di meno. E l’augurio, unico, che possiamo farci, è che questo clima abbastanza favorevole duri ancora a lungo. Quando le temperature scenderanno dovremmo inevitabilmente accendere il riscaldamento di tutte e due le case, per garantire il benessere di chi ci abita e di chi ci lavora. Solo il nuovo governo di Giorgia Meloni può aiutarci, con soldi o trovando il modo di tagliare il costo dell’energia: questo, ormai, è diventato un dramma sociale che non riusciamo a combattere, e battere, da soli”.


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