Cagliari, boom di contagi nella casa di riposo San Giorgio: “Ventidue positivi tra Oss e infermieri”

Impennata di casi Covid nella struttura di viale Monastir, raffica di tamponi e decine di contagi scoperti. Il presidente Gianni Masala: “Abbiamo 40 anziani in isolamento da assistere ma ora c’è carenza di personale: siamo in emergenza”


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I tamponi? Li hanno attesi, e oggi sono stati effettuati dall’Ats. E c’è chi li ha fatti anche in modalità “rapida, con la formula del drive in, restando all’esterno della struttura, dentro le auto”. E i risultati dello screening effettuato tra tutto il personale della casa di riposo San Giorgio, in viale Monastir a Cagliari, è da mettersi le mani nei capelli: “Avevamo già otto dipendenti positivi, sinora ne contiamo altri 14: tra infermieri e Oss abbiamo ventidue contagiati su un totale di trentacinque. Sono già tutti in isolamento a casa”, spiega il presidente della struttura, Gianni Masala. Che, lo scorso 11 novembre, su Casteddu Online, alla luce dei “sette anziani in isolamento e 3 positivi in ospedale”, aveva lanciato un sos: “Il virus è entrato anche qui. Siamo abbandonati in attesa dei tamponi, lo stiamo gridando da venti giorni”. Oggi, appunto, la svolta. Che, però, non ha portato buone notizie, anzi. Il focolaio è stato riscontrato: “Lo davamo per scontato, c’è stata molta carenza e abbandono da parte dell’Ats e adesso il problema è molto più grave. Dobbiamo garantire i livelli di assistenza agli ospiti, quaranta, tutti in isolamento perché sospetti positivi. Anche loro, oggi, hanno fatto il tampone molecolare, stiamo attendendo i risultati”.

Masala dichiara anche che “tre ospiti erano ricoverati all’ospedale. Sono risultati positivi al virus e, dopo qualche giorno, ce li hanno riportati nella struttura: avevano una carica virale negativa. Adesso stiamo cercando personale tra i volontari del soccorso privato”, afferma il presidente della San Giorgio, “lancio un appello all’assessorato regionale della Sanità e alla Regione: fate qualunque cosa per aiutare le case di riposo. Dall’ausilio di dispositivi di protezione individuale”, passando per “più personale” e, anche “una maggiore celerità nell’esecuzione ed esito dei tamponi, arrivano sempre con molto ritardo”.


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