Cagliari, boom dei negozi Gluten Free: “Tra biologico e vegani”

Andiamo alla scoperta dei prodotti offerti nei tanti negozi Gluten Free aperti a Cagliari. Guardate il VIDEO


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Mangiare bene, mangiare sano e mangiare ciò che non fa male alla salute dell’individuo. Sono temi attualissimi, a Cagliari sono sempre di più i ristoranti e negozi che hanno un occhio di riguardo a tali fenomeni, con una sensibilità particolare alle persone celiache. In Italia, i celiaci, sono 1 su 100, le ricerche mostrano che alla base di questa malattia vi sia una componente genetica e ambientale.

 I negozi che vendono tali prodotti sono sempre più numerosi in città, ma le piccole botteghe con prodotti di qualità soffrono l’incombenza della grande distribuzione. Gluten Free a Cagliari offre una vasta quantità di prodotti che cercano di accontentare non solo i celiaci, ma anche gli amanti del biologico, e a breve si introdurrà una tipologia di freschi dedicati alle persone vegane.  

Tiziana Secchi, titolare del negozio Gluten Free  confessa: 

“È stata una grande scommessa aprire il punto vendita, vogliamo andare incontro alle esigenze delle persone affette da celiachia e non solo, adesso apriremo una parte dedicata ai freschi di natura vegana, oltre al biologico che occupa una parte consistente del negozio”.  

Chi decide di aprire un’attività di questo tipo, dedicata sopratutto agli alimenti senza glutine, va incontro a molte difficoltà, non solo di natura concorrenziale, problemi inerenti al rimborso delle spese che dovrebbe erogare la Asl di riferimento, ma in Sardegna questi rimborsi a volte avvengono anche dopo 5 mesi, e i gestori delle attività sono costretti ad anticipare le quote vedendosi rimborsare solo una parte della somma, garantendo comunque i prodotti gluten free alle persone celiache poiché in caso contrario si va incontro a sanzioni.  

Un cammino difficile e arduo che dovrebbe essere agevolato anziché ostacolato, vista la diffusione della malattia, costringendo così le persone  ad  andare a comprare i cibi senza glutine in farmacia, favorendo il divario tra persone “normali” e persone “diverse”. Garantire e supportare chi – non per scelta – è portatore di una diversità dovrebbe essere il primo passo per essere un Paese civile. 

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