Cagliari, benzina e bollette fanno schizzare i prezzi: “Un euro per un carciofo, 37 euro per due buste di frutta e verdura”

I negozianti alle prese col caro energia, idem i clienti. Il risultato è che crollano gli acquisti e si fanno più rinunce: “Il cibo costa il 10% in più, meglio evitare carciofi e avocado”. Il caso di una coppia di pensionati: la scorta di arance, due tipi di pomodori e un cupettone per una settimana sfiora i quaranta euro. E “tra gasolio, trasporti e corrente che costano di più tutti, ormai, si lamentano”. GUARDATE le VIDEO INTERVISTE


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Non sono d’oro, non sono di stagione ma sono aumentati “almeno del dieci per cento”. La frutta e la verdura restano sui banchi dei boxisti dei mercati civici di Cagliari e finiscono, in contemporanea, su un altro banco, quello dei “principali imputati” alla voce aumenti. No, non è stato un caso quello di un mese fa: a Cagliari i prezzi sono davvero aumentati e continuano ad aumentare. Effetto bollette della luce, guerra, trasporti, costo dei carburanti: il poker micidiale che sta impoverendo tutti, dai venditori ai clienti. Pensionati, soprattutto, questi ultimi. Che non stanno certo a guardare il centesimo in più, ma l’euro o i due euro sì. Mario Porru ha 82 anni: “Ho acquistato frutta e verdura al mercato di San Benedetto. Arance, pomodori, favette: prezzi aumentati almeno del dieci per cento. Non solo per frutta e verdura, il discorso è generalizzato. Non sto ancora facendo rinunce”, premette, ma va via dal mercato con appena tre buste piene: “I venditori hanno la giustificazione”. Anzi, le giustificazioni: “Caro bollette e la benzina. A casa siamo in due, riusciamo ad ammortizzare tutto. La nostra bolletta della luce è raddoppiata”. E il pensionato non ha acquistato certo primizie, ma prodotti che, bene o male, si trovano tutto l’anno: “Non so dare una valutazione”, riconosce Porru, “ma la realtà è questa”. Cioè, aumenti ovunque.
Giorgio D’Auria, ex proprietario di una ditta di trasporti, ha 70 anni: “Ho comprato verdura, carne, pesci e pane. Rincari del dieci per cento. Ho comprato un pezzo di filetto di vitellone, l’ho pagato 13 euro e mi ha pure fatto lo sconto”, afferma. Immaginarsi quale sarebbe il prezzo pieno non è difficile, comunque più alto: “Trentasette euro per la frutta e verdura per quasi una settimana, tra me e mia moglie: pomodori, una puntarella, pomodorini, un cupettone e arance. Prendo solo l’essenziale, magari per la frutta ho rinunciato all’avocado”. Più caro anche quello, “ora lo lascio perdere. Poi i carciofi, ora sono scesi ma si trovano anche a un euro a pezzo. I venditori hanno le giustificazioni, anche corrette: gasolio, trasporti, le loro spese. Si lamentano anche loro, l’ultima bolletta elettrica è statadi 85 euro e devo vedere la prossima. Mia moglie è malata e devo tenere sempre accese le pompe di calore”. Spese in aumento ovunque, è caccia al risparmio. Come fare? “Rinunce. Prima, magari, prendevo un chilo di carne, ora mezzo chilo. E cerco di dividere meglio ciò che acquisto”. Cioè, un consumo minore e più dilatato, per non aprire tante volte il portafoglio in un mese.


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