Cagliari, troppo baccano notturno: il “Frida” costretto a chiudere entro le 22

La decisione è del sindaco Zedda. Tante le lamentele dei residenti di via Sassari e vi Mameli. Il caso in consiglio comunale. Mereu, Fdi: “Ora però i titolari hanno chiesto di esercitare il lavoro senza musica e chiudere più tardi, ma nessuno ha risposto, potrebbe esserci un trattamento di disparità rispetto ad altri casi nel centro storico”


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Troppo baccano. E tante le lamentele dei residenti di via Mameli e via Sassari. E poi le rilevazioni dell’Arpas che hanno riscontrato il superamento dei decibel consentiti. E poi il provvedimento del sindaco: il Frida deve chiudere entro le 22. L’ordinanza del primo cittadino Massimo Zedda risale al 25 gennaio ma nell’albo pretorio non compare ed è stata discussa oggi in consiglio comunale. Il provvedimento del sindaco mira contenere le emissioni sonore nei limiti previsti dal piano di zonizzazione acustica, ma soprattutto per limitare il chiacchiericcio incontrollato all’esterno e gli schiamazzi.

Il provvedimento chiede di limitare la musica solo all’interno del locale e di tenere tende e porte chiuse durante le attività musicali. Ma le prescrizioni arrivano dopo mesi di lamentele dei residenti e l’intervento dell’Arpas che tra il 24 e il 25 novembre 2018 aveva rilevato immissioni sonore superiori ai limiti stabiliti dal regolamento. Ma già l’11 novembre la polizia municipale aveva fatto scattare la sanzione di 500 euro e altri 2 mila euro di multa per il superamento dei livelli sonori arrivano il 19 dicembre.

Parte dunque uno scambio di note tra la società che gestisce il locale e il servizio Igiene del Suolo che chiede inoltre la taratura degli impianti di diffusione sonora solo agli orari notturni e richiede le schede tecniche dei materiali utilizzati per la fonoassorbenza.

“Adesso la società ha chiesto di poter aprire il locale oltre le 22 anche senza alcuna diffusione di musica” spiega Alessio Mereu, consigliere comunale Fdi che ha presentato un’interrogazione in consiglio comunale sulla vicenda, “non metto in discussione le prescrizioni e condivido il problema del rumore e il diritto al riposo dei cittadini che va tutelato,  mi sembra che a questo locale se sono state date attenzioni particolari, mentre in casi analoghi ci si è comportati diversamente. Ora i titolari hanno chiesto di esercitare il lavoro senza musica e chiudere più tardi, ma nessuno ha risposto, potrebbe esserci un trattamento di disparità”.


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