Cagliari, anfiteatro chiuso ai giapponesi: la figuraccia della Cultura

“Si è trattato di un equivoco”, dice l’assessorato. La guida turistica ribatte: “Ci dispiace, i giapponesi hanno cambiato programma: chissà quanti turisti come loro hanno dovuto rinunciare a visitare i monumenti cagliaritani”


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Questa volta nessuno in Comune ha potuto chiedere di cambiare il titolo sui giornali: “Porta in faccia a 40 turisti giapponesi all’anfiteatro”, hanno titolato sia Casteddu Online che l’Unione Sarda. Una vicenda assurda e vergognosa, che un’opposizione sveglia di centrodestra (non quella dormiente che su questo tema non ha speso ieri una parola) avrebbe già portato alle dimissioni dell’assessore alla Cultura. Perchè è semplicemente assurdo che 40 turisti giapponesi nel cuore dell’estate arrivino a Cagliari e, tramite una guida turistica, si trovino sbarrato il prinicipale monumento cagliaritano perchè apre solo nel weekend. Ma altrettanto allarmante è la risposta, tramite l’ufficio stampa, dell’assessorato alla Cultura gestito da Enrica Puggioni: “Si è trattato, probabilmente, solo di un equivoco”.

Forse è tutto un equivoco, ambire alla capitale della Cultura chiudendo le porte in faccia ai turisti giapponesi che avrebbero portato le foto di Cagliari in tutto il mondo. Ma oggi è arrivata la contro replica di Michela Mura, la guida turistica che doveva accompagnare i giapponesi a Cagliari: “Caro assessore, nessun “equivoco”. Quotidianamente le guide, nello svolgimento del proprio lavoro, chiamano i siti archeologici, regolarmente dati in appalto, per organizzare le visite dei gruppi che accompagnano. Nel sito ufficiale dell’anfiteatro si legge testualmente “Per info e prenotazioni: [email protected] oppure 070.2310022 – 33”. Non si legge che occorre chiamare l’assessorato, né sarebbe pensabile dover disturbare gli uffici comunali per una semplice visita guidata, né tanto meno la gentilissima signorina che ha risposto al telefono ha dato indicazioni in tal senso. Al mio posto poteva esserci un’agenzia  che avrebbe semplicemente fatto come la sottoscritta e cioè depennato l’anfiteatro dal tour. E chissà quanti l’hanno fatto!
La realtà è che quando si danno in gestione i siti, e in particolare quelli di una certa rilevanza, bisognerebbe pretendere da chi se li aggiudica una reale programmazione e pianificazione. Le cooperative che gestiscono i siti non sono lì semplicemente per aprire e chiudere i cancelli ma dovrebbero essere impegnate in prima persona nella promozione degli stessi, perché l’obiettivo non può essere semplicemente quello di far entrare chi ostinatamente ci arriva, ma fare in modo che i visitatori aumentino, che sostino il più possibile, che raccontino al loro rientro quanto la vacanza sia stata entusiasmante. Gli esempi in Sardegna non mancano, basterebbe vedere come lavorano da anni i colleghi di Barumini”.

Piccola nota politica a parte: Michela Mura (nella foto) era la candidata a sindaco del Pd alle primarie di Sestu, non ha evidentemente alcun motivo per polemizzare con la giunta Zedda nè intendeva entrare in polemica con l’assessore in questione. Nè conta il fatto che a presiedere la commissione Cultura sia Francesca Ghirra di Sel, partito che va con il Pd alla Regione e contro al governo. Qui conta il fatto che la gestione dei monumenti a Cagliari è una vergogna. Qui conta il fatto che si respingono i turisti rinunciando a fare economia. Questa è la Cagliari delle chiusure. Chi se ne assume le conseguenze?