“La Regione autonoma della Sardegna ubbidisce davvero alle associazioni venatorie”. Parole dure quelle di Stefano Deliperi, presidente del Gruppo d’Intervento Giuridico. Nel mirino degli ambientalisti le recenti modifiche al calendario venatorio e i relativi tempi di pubblicazione sul buras. Modifiche che, tra le altre cose, tolgono il divieto per i minori di 16 anni di partecipare alle battute di caccia al cinghiale in qualità di battitori.
“Alla fine, come il Cielo ha voluto e i cacciatori hanno permesso – dichiara Deliperi – il decreto assessoriale n. 44 del 18 dicembre 2013 (Modifiche e integrazioni al Calendario venatorio 2013/2014), contenente la fase conclusiva della stagione venatoria 2013-2014 in palese violazione delle prescrizioni contenute nel parere (nota n. 46674 del 20 novembre 2013) dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.), è stato pubblicato sul B.U.R.A.S. n. 59 (parti I e II) del 27 dicembre 2013”.
“Il decreto – prosegue il presidente – è del 18 dicembre 2013, la relativa delibera del Comitato regionale faunistico è dall’11 dicembre 2013, gli amanuensi regionali hanno impiegato ben nove giorni per la prescritta pubblicazione. Oppure dobbiamo davvero pensare che sia vero che vi sia stato un intento ben preciso: “verrà pubblicato sul buras solo a fine dicembre per evitare che ci siano ricorsi”, come sembra abbia comunicato premurosa un’associazione venatoria di spicco ai propri iscritti”.
“Se fosse così – continua Deliperi – l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente Andrea Biancareddu, consapevole che la prosecuzione del calendario venatorio con queste disposizioni è illegittima, cercherebbe di evitare un nuovo ricorso giurisdizionale facendo gli interessi dei cacciatori e fregandosene della stragrande maggioranza dei cittadini non cacciatori. Se qui possiamo a stento mantenere il dubbio, per altro purtroppo c’è la certezza. E’ stato, infatti, abrogato il divieto per i minori di 16 anni di partecipare alle battute di caccia al cinghiale come battitori. Li ritroveremo in mezzo alle poste, fra le fucilate. Bambini e ragazzini. Come quel bambino che l’11 novembre 2012 era stato colpito nel bel mezzo di una battuta di caccia al cinghiale. Purtroppo è morto due giorni dopo. L’esperienza non ha insegnato nulla all’elaboratore del noto “neo-umanesimo alla Biancareddu” e ai rappresentanti venatori che hanno perorato simile penosa causa. Dovrebbero almeno vergognarsi, ne gioiscono”.
Nel corso della stagione venatoria 2013-2014, nella sola Sardegna, si contano già sette incidenti, con tre morti e sei feriti, tutti cacciatori. In tutta Italia siamo già a 42 morti (40 cacciatori, 2 persone comuni) e a 67 feriti (54 cacciatori, 13 persone comuni).