“Ho fiducia nella magistratura, ma non è accettabile e condivisibile che qualcuno utilizzi il Teatro Lirico come strumento di lotta politica”. Il sindaco Truzzu risponde così in aula a Giuseppe Farris, il consigliere di indirizzo di via Sant’Alenixedda, nominato dalla Regione che oggi ha abbandonato l’incarico con una lettera di dimissioni al veleno spedita all’indirizzo di Truzzu, presidente della Fondazione Teatro Lirico, al quale ha lanciato numerose frecciate. Legate sia alla decisione di trasferire il mercato civico di San Benedetto in piazza Nazzari, impedendo lo svolgimento degli spettacoli all’aperto garantito da un finanziamento regionale stanziato ad hoc, sia ad aspetti di “opacità nella gestione”, con esplicito riferimento alle indagini in corso da parte della Procura.
Per il primo cittadino l’attacco è politico.
“Aggiungo che come sempre ho piena fiducia nell’operato della magistratura”, ha dichiarato Truzzu, “ognuno è libero di fare le sue valutazioni e manifestare la sua opinione.
Ciò che non è accettabile e condivisibile è che qualcuno utilizzi strumentalmente il Teatro Lirico, che non può e deve essere uno strumento di lotta politica, ma siccome è un patrimonio della città della Sardegna dobbiamo fare tutto il possibile perché continui a crescere, tutelandone la trasparenza e vocazione. Insomma la politica deve essere al servizio del Teatro, non il Teatro a servizio della politica”.
Il sindaco ha vantato i bilanci in salute degli ultimi anni e la pace sindacale in via Sant’Alenixedda, dopo anni di tensioni e i concerti nelle piazze della città e della Sardegna e in Oman. Mentre ha difeso la scelta del mercato in piazza Nazzari finalizzata ad aiutare i concessionari di San Benedetto.
In serata è arrivata su Facebook la controreplica di Giuseppe Farris: “Paolino, il Lirico non è strumento di lotta politica bensì lo hai fatto diventare un luogo di occupazione politica. Detto ciò, le bugie, da parte di un Sindaco, sono inaccettabili:l e perdite sono state ripianate grazie al Covid. Infatti, non si andava in scena, ma i contributi pubblici arrivavano comunque. Il pubblico, dopo la pandemia, non è rientrato al Teatro. Nell’ultimo anno, solo una seduta si è tenuta in orario pomeridiano. Post scriptum: se insisti, posso provare documentalmente quello che sostengo. D’altro canto, è tutto nel sito della Fondazione…”