Per le ultime notizie entra nel nostro canale Whatsapp
In un comunicato la sintesi delle criticità su tutta l’attività del Brotzu che, secondo Attilio Carta della UIL FPL, stanno minando la serenità, l’entusiasmo, la motivazione sia personale che professionale e il senso di appartenenza che hanno da sempre caratterizzato la realtà sanitaria dell’ospedale.
“Lanciando il sasso nello stagno del più totale silenzio, è d’obbligo una puntuale disamina. Tra le polemiche, Il primo luglio 2018 u.s. è stato inaugurato ufficialmente l’avvio dell’elisoccorso sanitario in Sardegna, costato, al già sofferente bilancio regionale, circa 70 mln per otto anni a favore della società Airgreen. Oramai, non bastassero i managers, importiamo anche gli elicotteri. Eppure esportiamo qualità, eccellenze e nuove tecnologie. Purtroppo, sull’Isola, si percepiscono ancora i postumi di una sudditanza borbonica sinora solo sopita. Al netto delle polemiche comunque, se ben gestita, l’ambulanza dei cieli” è indiscutibilmente indispensabile per garantire una tempestiva assistenza in emergenza a tutti i cittadini Sardi, ovunque dislocati. Però, nel caso specifico, al Brotzu già dai primi atterraggi, sono emersi alcuni chiari segni di un’inadeguata e/o inesistente pianificazione complessiva: dall’atterraggio alla prima accoglienza dei pazienti. Mancano infatti i protocolli preventivamente predisposti, condivisi e simulati, per l’accettazione e la prima diagnosi, propedeutici al successivo smistamento per patologia. Si sta cercando di rimediare solo ora, a cose fatte. Sarebbe come predisporre un progetto dopo aver edificato la casa. Perché altresì la gestione dell’elisuperficie si affida ad una società di Viterbo, per 12000 Є, anziché all’ufficio tecnico interno, visto che quest’ultimo è abbondantemente dotato di competenti professionalità. Pure il “supporto alle operazioni di atterraggio e decollo” nei giorni festivi è stato affidato irresponsabilmente al portierato, i cui operatori non sono minimamente abilitati per operazioni di tale portata. La sicurezza va garantita sempre, anche i giorni festivi. Invece si assiste al solito grave quanto pericoloso scaricabarile!
E’ mai possibile che, in un tale contesto emergenziale, al Pronto Soccorso, stazioni quasi inutilizzata una modernissima TAC, per carenza di personale tecnico adeguatamente formato? TAC sistemata dopo aver smantellato un’altrettanta moderna diagnostica tradizionale, anch’essa abbandonata per anni e ora in via di risistemazione nello stesso PS? Con quali costi aggiuntivi? Dov’è l’auspicato risparmio? Così com’è vero che l’attività pomeridiana e notturna dell’emodinamica di Oristano e Carbonia si riversi immancabilmente al Brotzu, causa la riduzione delle urgenze, nei due nosocomi, al solo turno antimeridiano, per la solita carenza di personale sanitario, E’ pertanto evidente che il tutto, però, ricada pesantemente sui reparti di prima assistenza, dal Pronto Soccorso alla Rianimazione e alla radiologia, passando per la “stroke unit”. Gravando naturalmente sul corrispettivo personale sanitario, e non solo, già pericolosamente sovraccaricato di una sproporzionata mole di lavoro. Un altro degli effetti più ovvi, questo, della grave carenza di personale, costantemente rimarcata, e “dell’inadeguata” pianificazione organizzativa aziendale, se mai questa esistesse. A fronte di tutto ciò invece si assiste ad un inarrestabile e già denunciato indebolimento dell’Ospedale nel suo complesso e soprattutto del suo “status” di eccellenza di riferimento nazionale. Da un’attenta analisi nei vari contesti lavorativi emerge, in modo netto, un diffuso malessere misto a rabbia, con rare eccezioni, della stragrande maggioranza del personale e dei dirigenti di reparti da sempre eccellenze sanitarie dell’Isola. Negli ultimi anni, i tentativi e gli “assalti” in questa direzione sono stati molteplici.
E’ rimasto altresì sotto traccia il tentativo, previsto addirittura nella Riforma Regionale, di accorpare l’Azienda Brotzu all’AOU di Monserrato. La testa all’università e la manovalanza al Brotzu. Tentativo sventato da specifico emendamento [DOC n° 167 X V/A] per fortuna approvato all’unanimità dal consiglio regionale a fine estate 2017. E’ altrettanto degno di nota tutto il recente travaglio della Chirurgia Plastica e grandi ustionati, indispensabile al Brotzu per confermarne l’Eccellenza. Il tutto iniziato con la supina accettazione, della direzione aziendale, di trasferire all’università la Struttura Complessa, lasciando eventualmente al Brotzu solo le briciole, una misera Struttura Semplice. Nemmeno una struttura dotata di maggiore autonomia come quella Semplice Dipartimentale. Il tutto trincerandosi sul fatto che la norma non “imponga” la Struttura Complessa. Al di là di questa sterile giustificazione, il danno d’immagine per il Brotzu è piuttosto notevole. Tra l’altro mettendo a serio rischio anche l’assistenza dei grandi ustionati del sud Sardegna. L’amministrazione, senza batter ciglio, ha di fatto svolto un ruolo unicamente notarile. Che fine faranno i numerosi pazienti in attesa di visite e terapia del dolore dopo che il servizio di Terapia Antalgica dai 1° agosto verrà trasferita all’oncologico? Il servizio del Businco sarà in grado di sopportare tale impatto? Si sono valutate le conseguenze del tracollo dell’Anestesia Pediatrica, appena nata, dotata di soli 5 anestesisti abilitati? Tutte cose impensabili prima. Certo, altri tempi!
Anche il Dipartimento di patologia Renale è stato oggetto di “un’attenzione”.particolare. Cioè ha subito un’operazione, anche senza bisturi, di subdolo declassamento ed altrettanta inspiegabile trasformazione. Infatti da Dipartimento di Patologia Renale, che comprendeva le SSCC di Nefrologia e Urologia, nel loro complesso, incluse quindi naturalmente le rispettive strutture interne quali la chirurgia robotica, è stato “partorito” un fantomatico Dipartimento Riproduttivo Urogenitale. Ma che ci azzecca! Solo dopo ferme proteste forse sarà aggiunto anche “Trapianto Renale”. La stessa SC di Urologia Trapianto Renale e Chir Robotica, dopo 5 aa di brillante attività, è stata svilita a semplice SC di Urologia. Sottovalutando o probabilmente ignorando che la SC di Urologia effettui i Trapianti di Rene sin dal 1989 ed ininterrottamente con ottimo risultati. Gli Infermieri dell’Urologia, in silenzio, gestiscono l’intero iter per il prelievo d’organo addirittura per tutti i teams che arrivano da fuori ai quali resta, quindi, solo il compito di prelevarsi lo specifico organo. Con la nuova organizzazione persino la SC di Cardiologia del Brotzu è stata depennata dal Dipartimento, inserendovi la sola Unità Coronarica. Includendo invece unicamente la Cardiologia del Businco ed escludendo paradossalmente quindi quella del Brotzu. Solo lo specifico intervento del giudice è riuscito ad imporre il repentino reinserimento della SC di Cardiologia. E’ solo casualità? Il dubbio è sempre forte.
L’elenco non finisce qui. L’unico servizio in controtendenza è di fatto il Servizio Tecnico, ultimamente potenziato ed incrementato di operatori di ogni tipo. A fronte di ciò però parrebbe che il ricorso a consulenze esterne non sia diminuito, anzi! Al di la di questo scenario poco confortante, la cosa che preoccupa maggiormente è il pesante clima aziendale. Si percepisce una diffidenza e diffusa conflittualità, mai vista prima, con numerosi contenziosi per centinaia di migliaia di euro. L’iniziale appeal, l’entusiasmo e il senso di appartenenza che hanno da sempre caratterizzato il Brotzu, si stanno vistosamente spegnendo. Entusiasmo collettivo che ha contribuito in modo significativo al consolidamento degli importanti traguardi raggiunti nel tempo. Si percepisce invece in modo tangibile un diffuso senso di abbandono e assenza di vicinanza da parte della dirigenza aziendale nei confronti del personale tutto, dirigenti compresi. La cardiochirurgia, dopo il recente evento negativo, ne è un esempio emblematico. Fermo restando il massimo rispetto per la magistratura, il paziente e i congiunti che manifestino il sacrosanto diritto a conoscere la verità. Al netto di tutto ciò. anche gli operatori meritavano un minimo di vicinanza che invece non c’è stata. Non si può cancellare con un colpo di spugna la dignità di eccellenti professionisti che, con abnegazione e competenza unica, hanno sacrificato molto della loro vita per il prestigio dell’ospedale e il bene di tanti pazienti, salvando indiscutibilmente la vita a molti di essi. Ad aggravare ulteriormente il quadro complessivo contribuisce in modo consistente anche la gravissima carenza di personale, ahimè ancora irrisolta. Prima era assolutamente impensabile infatti che, un serio intervento al cuore venisse rinviato più volte per mancanza di personale e il paziente, dopo due anni di estenuante attesa dovesse rivolgersi a Bologna. Fra l’altro, è palesemente incongrua la proposta dell’amministrazione di Integrare gli organici con una ventina di Infermieri ed altrettanti OSS. Servirebbero a ben poco, anche in considerazione dell’età avanzata di tanti operatori, di cui molti di loro con certificate limitazioni lavorative, e l’elevato numero di assenze conseguenti alla conclamata gravità del clima aziendale. Senza l’indispensabile serenità, entusiasmo e senso di appartenenza un importante polo sanitario non va da nessuna parte. Oramai in Ospedale non si sorride più. La grave carenza di personale sanitario e il contesto organizzativo marcatamente conflittuale non sono più tollerabili. L’ospedale è realmente sull’orlo di una pericolosa crisi di nervi. Non percepirla e/o sottovalutarla significa essere completamente avulsi dalla realtà lavorativa Visto il tombale silenzio collettivo, per il bene comune, si ribadisce con forza la necessità di un una repentina inversione di rotta. E’ assolutamente indispensabile, quindi, un corale impegno per bloccare in tempo questa triste deriva, a tutela dell’ospedale e soprattutto dei pazienti. Si rinnova l’invito alla commissione sanità di effettuare un’ispezione, non guidata, per esaminare la realtà lavorativa. Come più volte avvenne con le precedenti amministrazioni! Nello specifico si chiede infine alle autorità competenti in indirizzo un decisivo specifico impegno atto ad incrementare definitivamente gli organici realmente indispensabili, fuori da ogni formale vincolo di bilancio, per cercare di recuperare tutta la potenziale eccellenza, che ancora il più grande polo sanitario della Sardegna sarebbe in grado di esprimere”.