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Brotzu, è caos sui nuovi incarichi: “Un colpo grosso, pioggia estiva di nomine: è la riforma sanitaria?”. Dura nota di protesta di Attilio Carta della Uil sulla selezione per nuovi incarichi al Brotzu: “Qualche avvisaglia della “Riforma del Servizio Sanitario della Sardegna” appare ormai all’orizzonte- si legge nella nota firmata anche dal segretario Fabio Sanna- ad oltre un anno dalla sua “annunciazione”, infatti, parrebbe andare in questa direzione, anche, la nota indirizzata di recente ai vari vertici delle Aziende Sanitarie Sarde con la quale, il Dg. alla Sanità, rammentava loro che “in applicazione della nota del Presidente prot. N° 2089 del 26/03/2019, nelle more dell’approvazione della Riforma del Servizio Sanitario Regionale, gli stessi dovranno astenersi dal porre in essere provvedimenti di assunzione del personale e di conferimento di incarichi non autorizzati dallo scrivente Assessorato o non previsti dalle deliberazioni regionali in materia”.
Riforma, questa, tanto attesa anche in azienda in quanto, tra l’altro, potrebbe prevedere il “discutibile” scorporo del Microcitemico e Oncologico dall’AO Brotzu col contestuale accorpamento all’Università di Cagliari. Il tutto avverrebbe esclusivamente per le lamentate “necessità” didattiche delle “specializzazioni” Universitarie. Non certamente, quindi, per garantire maggiore assistenza ai pazienti Oncologici e Microcitemici, le cui esigenze non sono, come al solito, al primo posto in agenda. Stendiamo un velo pietoso sul calvario con cui già il 1° luglio 2015 avvenne il precedente accorpamento delle due eccellenze, Oncologica e Microcitemica, all’AO Brotzu. Esso infatti, aldilà degli intenti, è stato realizzato nella più totale improvvisazione.
Ed ora, nel momento in cui le naturali “divergenze”, insite nelle differenti peculiarità delle tre realtà sanitarie, stavano per assestarsi, ecco ventilarsi una nuova giravolta di competenze. Però, ogni tanto, si rispettino pure i Lavoratori e i Pazienti e, una volta per tutte, si chiarisca l’intera vicenda! Perché, comunque vada, prima si esce da questa sorta di limbo gestionale e meglio è per tutti.
Ciò premesso è altresì opportuna una seria disamina di quanto, da un anno a questa parte, è accaduto nell’AO Brotzu. Intanto, va intellettualmente chiarito che l’attuale dirigenza ha indubbiamente ereditato tutta una situazione gestionale ed organizzativa piuttosto grave, all’insegna di un pesante clima lavorativo aziendale, giunto quasi sull’orlo di una vera e propria crisi di nervi. Serpeggiava, infatti, in tutti i contesti professionali, una conflittuale demotivazione professionale che sfociò in un’allarmante, massiccia, quanto persistente, fuga di Operatori e Professionisti, tra cui alcune specifiche eccellenze della sanità Pubblica. Esodo, di proporzioni senza precedenti, verso altre realtà, anche private, spesso persino “concorrenziali”.
Ci si aspettava, pertanto, una puntuale indagine interna per individuare l’origine reale di tali criticità, sia operative che ambientali, col fine ultimo di trovare gli antidoti giusti in grado di contrastarle. Purtroppo ciò non è avvenuto. Le brace accese, se vengono solo cosparse frettolosamente di cenere, prima o poi, si sa, scottano nuovamente. Ed è ciò che, infatti, i Lavoratori lamentano con rinnovata insistenza.
Sono sempre più pressanti le “segnalazioni” fatteci dagli operatori di numerosi settori. Se ne deduce che nulla, o quasi, sia stato fatto per invertire l’approccio psicologico e comportamentale di alcuni soggetti preposti alla gestione del personale. Da mesi attendiamo le risposte a specifici quesiti sulla certificazione dello stress correlato in alcune realtà piuttosto conflittuali. (Favorendo altresì la nascita di ulteriori nuovi focolai !!)
Sarebbe stato molto più apprezzabile se, in questi dodici mesi, l’Azienda avesse, invece, impegnato tutte le energie per affrontare, aggredendole, queste vere criticità affinché l’Ospedale Pubblico di riferimento Regionale recuperasse sia la fiducia dei Lavoratori che il prestigioso appeal iniziale col diffuso apprezzamento dei tanti pazienti. Requisiti andati, purtroppo, progressivamente scemando negli ultimi anni. In agenda, invece, a quanto pare, le priorità parrebbero ben altre. Con tutte le conseguenze del caso.
In pieno regime commissariale, sotto il profilo organizzativo, si sarebbe potuto, anzi dovuto, assegnare gli “incarichi” di cui sono ancora inspiegabilmente scoperti alcuni Dipartimenti, quali Neuroscienze, Pediatrico e Servizi. Lo stesso dicasi, pure, per i numerosi “coordinamenti” realmente necessari che, da troppo tempo, risultano gestiti, ancora, in regime di FF.
Differendo poi tutto il resto al “prossimo” atto aziendale. Allo stato attuale, applicare il “futuro”, pianificando una sorta di “colpo grosso”, paleserebbe una forzatura di dubbia legittimità giuridica e contrattuale, in quanto difforme dal vigente Atto Aziendale.
Va invece in tutt’altra direzione la surreale deliberazione n° 922 del 26-6-20 [Avviso pubblico di selezione per titoli e colloquio per il conferimento di incarichi di organizzazione……] che prevede l’individuazione di ulteriori 17 nuovi incarichi, tra sanitari e tecnico-amministrativi. Di solito una sana riorganizzazione presuppone una seria razionalizzazione delle risorse umane. Mentre col prospettato spostamento del Cao-Businco si andrebbe verso una palese riduzione delle attività odierne qua, invece, (in puntu e’ morti) si decide di distribuire questa pioggia estiva di incarichi. E, naturalmente, il tutto rigorosamente al di fuori del vigente Atto Aziendale!Predisporre, ora, un’organizzazione futura di un’azienda che, in base alla prossima Riforma Sanitaria Regionale, a breve, si appresterebbe a cambiare radicalmente il suo perimetro operativo non appare in linea, nemmeno, con i più basilari presupposti di correttezza amministrativa. Ma questo è forse lo scenario previsto nell’imminente Riforma Sanitaria Regionale tanto annunciata? Inoltre, tra l’altro, non sarebbe nemmeno proprio il massimo per il futuro Direttore Generale, chiunque esso sarà, dover gestire un’organizzazione aziendale precedentemente “pianificata” da altri. E’ pure questione di stile. Una finezza che, a quanto pare, sta diventando merce sempre più rara”, si conclude la nota di Attilio Carta e Fabio Sanna della Uil.