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Una marea di ragazzi che vendono e comprano libri, in piazza Giovanni, come ogni anno all’inizio delle scuole. Libri vecchi, seminuovi, anche non usati, forse per scarso interesse. Proprio quando le statistiche dell’OCSE rivelano che l’uso delle tecnologie non ha migliorato il rendimento scolastico, nell’era dei social, e non vi è certezza che i grandi investimenti pubblici e familiari su computer in classe e connessioni internet a scuola migliorino le performance scolastiche dei nostri ragazzi, ecco che il libro di testo, strumento che doveva essere obsoleto, è ancora richiestissimo. Ed ecco genitori e alunni che cercano di comprarlo a metà prezzo nelle centinaia di spontanei tappetini del libro, che coprono quasi tutta la piazza Giovanni a Cagliari, tra le grida e gli schiamazzi.
E mentre molti genitori vanno da soli e cercano di districarsi nel marasma delle offerte, con tanto di elenchi evidenziati in fogli volanti, anche alunni comprano e vendono allo stesso tempo i loro libri, sperando anzi di ricavare qualcosa per comprare i libri della classe successiva. Il rincaro di ogni anno si fa sentire e bisogna cercare di risparmiare il più possibile.
L’Italia è settima in digital reading, alta in classifica quindi, e sulla matematica tra il 1993 e il 2012 ha guadagnato venti punti. Il risultato, secondo lo studio Ocse, è da attribuire al fatto che da noi la cultura di internet a scuola è recente e frammentaria: non facciamo parte dei paesi che hanno investito strutturalmente sull’online e quindi non avvertiamo ancora i peggioramenti scolastici che ne derivano. Perciò il libro di testo non è affatto tramontato ed è sempre un business, a quanto pare non solo per le case editrici, data la concorrenza che l’usato comunque esercita.
E passare in questi giorni in Piazza Giovanni è assistere ad una marea di contrattazioni, con grande disappunto delle librerie che vendono i libri nuovi, quelli che ormai in pochi possono permettersi.
Gli insegnanti sono alle prese col registro elettronico, che li costringe alla trasparenza. E nel frattempo c’è ancora, come cantava Venditti, “il professore che ti legge sempre la stessa storia nello stesso modo, sullo stesso libro con le stesse parole da quarant’anni di onesta professione.”