Bombe e paura in Ucraina, attaccata la più grande centrale nucleare d’Europa

Sempre più concreto il rischio che il conflitto si allarghi e richieda l’intervento di altri paesi. “Non cerchiamo la guerra ma se arriva siamo pronti”, dice il segretario di Stato Usa, Antony Blinken. Nelle ore più drammatiche del conflitto, Zelensky torna a rivolgersi all’Europa: “E’ l’unica che può fermare la guerra”. Con i corridoi umanitari si cerca di mettere in salvo i civili, prima di tutto donne e bambini.

“Non cerchiamo la guerra ma se arriva siamo pronti”. Sta tutto nelle drammatiche parole  del segretario di Stato Usa, Antony Blinken, quello che sta accadendo in queste ore sul fronte della guerra in Ucraina, con la centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, sotto il controllo della Russia e i paesi di tutto il mondo col fiato sospeso a studiare gli eventi, ben consapevoli del fatto che la terza guerra mondiale sia un rischio ormai concreto. La centrale nucleare è in sicurezza, viene a più voci assicurato: se così non fosse, le conseguenze di un’esplosione sarebbero trenta volte peggio di quella di Chernobyl, di cui ancora oggi paghiamo le terribili conseguenze.

E mentre con un messaggio su Twitter il presidente ucraino Zelensky torna a rivolgersi all’Europa: “È l’unica che può fermare la guerra”, è evidente che i negoziati di pace non solo non hanno portato a un accordo finale ma hanno sancito la decisione di andare allo scontro finale, quando la Russia giocherà il tutto e per tutto pur di annettere l’Ucraina, obiettivo dichiarato esplicitamente da Putin. Questo significa la decisione di fermare per qualche ora i combattimenti e creare corridoi umanitari per mettere in salvo i civili, primi fra tutti donne e bambini. Quando si arriva alla decisione dei corridoi umanitari il quadro è chiaro: sgombrare il campo per poi andare allo scontro finale e senza esclusione di colpi.

I governi di tutto il mondo sono ben consapevoli che da un momento all’altro la situazione potrebbe degenerare: in quel momento, decidere cosa fare sarà questione di attimi. 


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