Bollette choc, a Monserrato fallisce l’ennesimo negozio e a Selargius la Tari è da infarto

Il commercio nell’hinterland sempre più alle corde. Sono bastati pochi mesi per fare alzare bandiera bianca a Davide Deiana: “Rivendita di frutta e verdura chiusa dopo 6 anni, se incassi 1200 euro non ne puoi pagare 1500 di energia, purtroppo ho ancora debiti da saldare”. A Selargius un suo collega, Mattia Schirru, dovrà pagare 2100 euro di Tari: “L’anno scorso il Comune ne voleva solo 1400, il servizio è identico: non bastavano le bollette della luce”


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Se a Cagliari c’è ancora chi regge, nell’hinterland i commercianti che hanno già alzato bandiera bianca, negli ultimi mesi, sono stati sempre di più. Il tracollo è arrivato con le ultime bollette della luce, più che raddoppiate: avere le mura in affitto ha, poi, contribuito alla mazzata finale. Da Monserrato a Selargius, tra chi ha già fallito e chi non vede l’ora di scappare altrove, lo scenario è desolante. In via Giulio Cesare, dopo sei anni, ha chiuso una rivendita di frutta e verdura: “Siamo alla frutta”, il nome forse non ha giocato a favore dei titolari, Davide Deiana e Michela Nonnoi, coppia di 45enni che, battute a parte, era riuscita a rivitalizzare una parte di Monserrato dove il commercio, nell’ultimo decennio, aveva tirato il freno a mano. Pochi giorni fa è toccato a loro abbassare la serranda: “Gli ultimi dieci mesi sono stati catastrofici, le bollette elettriche sono arrivate a 1500 euro”, spiega Deiana. Può sembrare una cifra bassa, paragonata ad altre realtà, ma non è così: “Se incassi tra gli ottocento e i 1200 euro al mese perchè sei riuscito a tenerti un buon numero di clienti, vai comunque in perdita, e nessuno resta aperto per lavorare. Un frigorifero e quattro lampadine contate, non avevo chissà quali luci o attrezzature. Ho riconsegnato le chiavi al padrone del locale, il suo affitto di 500 euro è stato anche conveniente, ma le bollette ci hanno tagliato le gambe”. La coppia ha perso un’entrata sicura, l’amarezza è tanta: “Negli ultimi mesi abbiamo pagato per tenere aperto il negozio, è assurdo. Inutile andare avanti, un morto non può resuscitare”. E il ricordo del fallimento li avvolgerà ancora a lungo: “Ho molti debiti da onorare con i fornitori e i rappresentanti”.

A poca distanza, altro comune, Selargius, la musica non cambia più di tanto. Mattia Schirru, titolare di un frutta e verdura in pieno centro, a un anno esatto di distanza dal primo sfogo sui gruppi Fb del paese, è tornato all’attacco con la tassa sulla spazzatura. La sua Tari è aumentata del cinquanta per cento: “Nel 2021 era di 1400 euro, quest’anno 2100. E nel 2020 era di appena settecento euro, soldi in più che pretende il Comune per un servizio identico, che non è cambiato. Non bastava l’energia elettrica”, sottolinea il commerciante, che miracolosamente continua a reggere e tenere la serranda alzata. Ma non sarà ancora per molto: “Vergognatevi, amministratori, siete voi che fate lievitare i prezzi”. Per non fallire, Schirru ha già in mente la soluzione, cambiare paese: “Cerco un locale commerciale a Quartucciu”. Con la speranza che lì, almeno la tassa sulla spazzatura, sia più bassa.


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