Beppe Severgnini a Iglesias:quelle vite che si incrociano per destino

Grande successo al Teatro Electra, ecco la recensione dello spettacolo 


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di Alessandra Piredda

Ieri sera al Teatro Electra di Iglesias 90 minuti con Beppe Severgnini. Sotto il boccascena tre vite si incontrano, per caso o per destino, a causa di un ritardo aereo. L’aeroporto è quello di Lisbona, ma potrebbe essere un luogo qualunque. Sedie d’acciaio e tre vite : quella di Marta, aspirante attrice pronta a mollare (forse) i propri sogni per il  surfista sognatore Freddy, che la aspetta, impaziente in Brasile .Poi c’è Betta, che indossa una tuta verde ed una chitarra, e con una voce tra Bjork e Malika Ayane accompagna gli occhi degli spettatori,scandisce le scene ed prende per mano il cuore. Conduce  lo spettatore lì ,in quell’esatto aeroporto, in un luogo che è un non luogo.

Poi c’è lui, lo conosciamo tutti, scrittore e giornalista affermato, e perché no, un  bravo  attore. Lo spettacolo si  apre con la voce roboante di un  ritardo, che costringe i viaggiatori a trascorrere la notte insieme. Si incrociano due vite, due generazioni. Lei 20 anni, All star e tante speranze; lui 50enne, un libro in mano, e la serenità di un’età che impone la pazienza. Potrebbero essere padre e figlia a confronto: lei riottosa, indomabile, lui capelli “metallizzati “, pacato  e rassicurante. Si studiano , si annusano  e si scoprono entrambi viaggiatori ed entrambi assidui lettori. Per Marta i libri aiutano a “pensare lungo”. Per Beppe la musica del Boss ( Bruce Springsteen ) e la lettura di Pavese son stati essenziali in gioventù. Questi due artisti hanno descritto posti normali, con la chitarra ed una penna ,qui sta la vera magia. “Facile descrivere Teulada in agosto o un tramonto a  Manhattan , descrivere posti bellissimi è facile per tutti”. Con la musica e la carta dei suoi idoli Beppe scopre le Langhe ed il New Jersey di casa propria, a Crema. Marta si definisce un’apolide emotiva, ed il 50enne sottolinea quanto sia bello ed importante viaggiare , insegna l’umiltà e spostarsi . Chi non viaggia “sta”. La provincia è affascinante, ma narcotica.

E’ palmare l’amore per la speranza , e per i giovani, che dai dialoghi traspare netta. Si fa forte quando ad un certo punto Severgnini parla di Antonio , suo figlio, di 20 anni  e di un viaggio fatto in America insieme ,lo scorso anno. Lì avviene  la scoperta: un giovane uomo accanto a sè, nel viaggio, che se la cava nella vita.Un robusto ragazzo di cui un padre 50 enne parla fiero e appassionato. Le generazioni di oggi barattano spesso grandi progetti con piccoli piaceri, aspettano le 19 per l’aperitivo e scambiano quel momento per la missione della giornata. Forse anche a causa dei genitori che scambiano il porto con il mare e non spingono i ragazzi all’avventura della vita. “I genitori devono dare radici e ali ” come recita un proverbio persiano .Invece spesso son disertori con le migliori intenzioni. Hanno passioni che trasformano in ossessioni . Scappano dalle responsabilità della genitorialità. “Se uno compie 50 anni e non si accorge che è arrivato il momento di restituire qualcosa, Marta hai di fronte un cretino “. L’ultima riflessione riguarda la resilienza : è la proprietà dei materiali di resistere agli urti senza spezzarsi.  Noi in Italia in questo difficile momento-  afferma Severgnini-” dovremmo imparare ad attivare questa capacità, l’eroismo è accettare di non essere eroi .”. La vita è un viaggio, bastano poche cose per partire : un bagaglio a mano. Il libro da cui è tratto lo spettacolo inizia cosi ,  un vademecum del perfetto viaggiatore. “Ogni aeroporto ha il suo profumo ,Lisbona sa di carta , Gerusalemme di attesa, New York ha odore di senape e vento”. L’aeroporto di Cagliari di cosa profuma ? Chiedo io .Gli porgo intanto la mia copia del libro, per una dedica.Lui mi   sorride  e risponde con una simpatica vignetta: di possibiltà!. Oggi Severgnini replica a San Gavino Teatro Comunale 27 marzo Meana Sardo (Nu) Teatro San Bartolomeo 28 marzo Nuoro Teatro Eliseo 29 marzo Santa Teresa di Gallura Teatro Nelson Mandela.

 


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