Beffe a raffica sul carro attrezzi a Cagliari, dopo le 20 nessun ritiro e maxi disagi

Auto in divieto di sosta portate nel deposito di viale Monastir, inaccessibile per 12 ore e sbarrato la domenica. Aumentano i casi di cittadini appiedati, l’ultimissimo è quello di Natalia Khozan, salvata da un pizzaiolo: “Macchina portata via, i suoi figli sono a Teulada e non sapeva come raggiungerli: alla fine l’ho accompagnata io, non sapeva dove passare la notte”


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C’è già la multa da pagare, ben superiore ai cento euro, ma in caso di errore si possono solo allargare le braccia e aprire il portafoglio. Per chi lascia l’auto in divieto di sosta o sopra marciapiedi o strisce pedonali, però, la beffa arriva se il ritiro avviene a ridosso delle 20. Da quell’ora e sino alle otto dell’indomani, andare a ritirare il mezzo nel deposito comunale di viale Monastir a Cagliari è impossibile. La ditta che gestisce il servizio non fa sconti, e non parliamo solo della sanzione, che tra l’altro è stata decisa da un regolamento ad hoc: i cancelli sono sbarrati, anche pregando in aramaico è impossibile pagare la multa e riavere l’automobile. I casi di disagi e di beffe sono in aumento, per non parlare della domenica: chi ha le chiavi del deposito ha preso alla lettera il significato di “giorno di riposo”, niente ritiri nelle ventiquatt’ore. L’ultimissima beffa ha riguardato una ucraina di trentanove anni, Natalia Khozan. Ha guidato la sua Renault Scénic sin da Teulada, dove abita, per raggiungere una sua cara amica che vive ne rione cagliaritano della Fonsarda. Ha parcheggiato davanti a un passo carrabile, qualcuno ha chiamato i vigli e il carro attrezzi ha rimosso la vettura della donna. Che, solo verso le 19:45, ha scoperto di essere rimasta a piedi.

 

Impossibile fare ottanta chilometri a piedi, ovviamente. La 39enne ha chiesto aiuto al titolare di una pizzeria del rione, Alessio Congia: “Grazie all’aiuto di mia moglie, anche lei straniera, siamo riusciti a capire che cosa fosse successo. La donna ci ha detto che era pronta a pagare la multa, molto meno a pagare un taxi per tornare dai suoi figli e dal marito, a Teulada. In famiglia hanno una sola macchina, nessuno poteva venire a prenderla e non sapeva dove passare la notte. Alla fine, mi sono offerto di accompagnarla sino alla sua abitazione, dopo il turno serale in pizzeria. Sono quasi duecento chilometri tra andata e ritorno, ma non potevo restare indifferente. Certo, trovo anch’io assurdo che, ormai da un bel po’ di tempo, sia impossibile andare a ritirare l’auto portata via dal carro attrezzi dalle 20 alle 8 del mattino. Se uno, per esempio, avesse la necessità di tornare a Sassari o Olbia, come  e cosa dovrebbe fare?”.


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