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Di Pietro Casula, Movimento per la Sardegna – Sardi nel mondo
Egregio Presidente,
quale Presidente del Movimento per la Sardegna – “Sardi nel Mondo”, sento il dovere di esprimere il mio dissenso a questa irresponsabile politica, messa in atto da un manipolo di parlamentari a Lei fedeli di cui non si è ancora capito cosa vogliano dalla vita, maturata nei mesi scorsi ed esplosa con il suo personalissimo “ o con me per lariforma costituzionale oppure l’Apocalisse”. Teoria questa che Lei, egregio Presidente di Ministri, con ostentata indifferenza e disprezzo per chi non condivide il Suopensiero, sbandiera su tutti i canali televisivi e su tutte le piazze.
Da mesi si registra negli ambienti politici una vera e propria epidemia: incontinenza verbale.
I nostri politici non riescono più a contenersi, oralmente parlando, avvelenando sempre più il clima quando invece la situazione attuale richiederebbe ben altro per fronteggiare i problemi di questa impietosa stagione.
Tiene banco, con toni sempre più duri, il dibattito referendario, vicenda delicata edifficile che attenua, anzi copre la vera emergenza del momento che è la crisi economico-finanziaria che attanaglia il Paese.
Ci sono centinaia di priorità ed altrettante emergenze che richiedono, invocano quasi, la presenza del governo in questo delicato momento della comunità e della politica italiana.
Chi Le scrive, egregio Presidente dei Ministri, oltre che registrare -con dolore – il sempre crescente numero di giovani sardi che abbandonano la Sardegna – paradiso terrestre una volta – terra bruciata ormai, senza futuro, dove dilaga la miseria e la disoccupazione, sente serpeggiare nelle lamentele dei conterranei e nella comunità “dell’altra Italia”, quella fuori dai confini geografici, segnali preoccupanti. Un’aria calda, feroce:dichiarazioni di disprezzo e di odio con tendenze xenofobe, razzista.
Al di là delle battute propagandistiche che ben si sa, non risolvono proprio nulla ma distraggono e basta, è chiaro ormai a tutti che – nonostante la Sua ostinazione a ripetere che la legge elettorale non è oggetto della riforma costituzionale soggetta a referendum – i gravissimi rischi a cui si va incontro con la riforma Boschi-Verdini derivano proprio dalla combinazione con una assurda legge elettorale voluta/partorita da questa Sua puerile arroganza, convinto di avere in mano il Paese grazie alle continue „mance elettorali“ e patti con le regioni (del sud) dotati di centinaia di milioni e milioni. Promesse,sogni vani, utopia. Renzi show. Forse solo per questo il quesito referendario- ossessione di questi mesi – andrebbe rispedito al mittente, bocciarlo perché dannoso per il Paese.
Chiedo scusa, signor Presidente dei Ministri, è tanto triste il momento, ma nel suo caso, però fa un pochino ridere. Ma come…
Lei che, anomalia unica al mondo,nominato Segretario del Partito Democratico, e mai eletto dal popolo, ma continua imperterrito nel ruolo di Presidente del Consiglio.
Lei che, nominato segretario del PD con primarie senza controlli, tradendone il manifesto fondante, come si è visto, distrugge il suo partito ma ci sta dentro in equilibrio incerto ma pur sempre al posto di comando.
Lei che, in coro con i fedelissimi, dissidenti ma presenti, continuate a dire che se vi vogliono rimuovere vi devono cacciare, ma andarsene da soli non se ne parla proprio (si sa la patria habisogno di martiri!), mi spiega, signor Presidente dei Ministri, da dove viene e dovesia tutta questa superiorità di questa Sua sinistra che ha sfasciato il PD e il bipolarismo italiano?
Mi chiedo: quale Santo ha miracolato Lei,la Boschi e i vari Verdini, De Luca & Co.,che andate in giro a dispensare santità morale, etica, trasparenza, rispetto della Democrazia e delle Istituzioni (SIC!) e poi ricacciate il Paese nell’ingovernabilità?
“Tira sa perda e cua sa manu”, si dice in sardo.
Complimenti! Signor Presidente dei Ministri.
Un bel salto all’indietro di circa trent’anni nell’Italia della Prima Repubblica con le sue congiure di palazzo, i ricatti dei Leader e Leaderini vari. E tutto questo in nome del nuovo, della rottamazione, del futuro italiano e manovrare il Paese sull’orlo delprecipizio, sfasciando il presente per costruire un futuro migliore?
Un leader e un Popolo non bastano, ci vuole anche una classe dirigente adeguata, capace, preparata, competente. Per usare le parole di Gramsci:“cosa distingue un’elite da un’oligarchia, ovvero una classe dirigente da una classe dominante?” Le classi dirigenti e le elite sono il potere di pochi nell’interesse di molti mentre le classi dominanti e le oligarchie sono il potere di pochi nell’interesse di pochi.
Forse, dirà Lei, signor Presidente dei Ministri, noi non capiamo che tutto ciò è un`espressione moderna di una gran bella politica, della Vera Grande Politica.
Molto più probabile, penso, invece, queste due cose: o Lei mente sapendo di mentiree questo sarebbe gravissimo, oppure ci sta prendendo tutti per i fondelli e questo non sarebbe meno grave.
Io, Noi Sardi nel Mondo, diciamo NO a questa Sua riforma,pasticciata in parte, anche per difendere il diritto della Sardegna a scegliere il suo futuro. Diciamo NO, con fermezza e convinzione unitamente all’augurio che questo No Le sia d’aiuto a ritrovare quanto evidentemente ha perso lungo questo suo tortuoso cammino politico, quel qualcosa cioè, che in Germania chiamiamo ”Fingerspitzengefühl“, quel qualcosa che in Inghilterra denominano “selfcontrol”, quello che in Francia chiamano “savoir faire”, quel qualcosa che noi italiani chiamiamo semplicemente “tatto”.
Sarebbe, anche nel panorama internazionale, un segno maturo e civile, un segno di unPaese libero e democratico che conosce e rispetta le diversità.
La nostra democrazia vive e cresce nel dibattito che nasce dalla diversità di concetti,di idee che vengono espresse dalle comunità, dalle associazioni, dai movimenti politici, dai partiti. Confronto e dibattito talvolta anche duro, perché no, ma con rispetto del parere altrui. Ma agli one-man show, ai campionati nazionali ed internazionali di gogna mediatica dove vince solo chi, a prescindere dalla verità, propizia catastrofi per martellare e discreditare il suo avversario, francamente rinunciamo con piacere. Ritroviamo, invece il buon senso.
Fiducioso, ma non troppo.