
di Claudia Saba
La verità sull’ immigrazione e gli sbarchi nell’ isola raccontata da Bassirou Sow, immigrato senegalese, sbarcato a Cagliari tanti anni fa e residente in Sardegna da circa 16 anni. Scrittore che ha già testimoniato con il libro “Il dottor vu cumprà la difficile situazione dell’immigrazione dal Senegal all’Italia e autore del secondo volume in prossima uscita intitolato ” Gli sbarchi di migranti- l’Europa tra accoglienza e respingimento “.
Questo il racconto a Casteddu Online del Dottor Bassirou Sow:
Il fenomeno degli sbarchi di migranti e molto complesso e richiede, sia da parte dei paesi di partenza, sia da parte dei paesi d’accoglienza una reale volontà di sconfiggere il fenomeno. Le cause sono diverse: guerre civili, colpi di Stato, assenza di democrazia, povertà, miraggio dell’Europa per i giovani africani, scarsità di politiche giovanili in Africa, corruzione ed incapacità dei governi, disoccupazione endemica dei giovani, che vedono come alternativa al miglioramento delle loro condizioni di vita, il viaggio in Europa. La mancanza di informazione e di sensibilizzazione dei giovani sui pericoli del viaggio e la situazione di crisi da circa 10 anni in Europa, aumenta in modo esponenziale le partenze. Per loro non c’è più speranza in africa. non vedono le migliaia di morti del Mediterraneo o coloro che hanno perso la vita nel deserto del Sahara, di sete e di fame, ma coloro che arrivano in Europa rinchiusi nei centri d’accoglienza e che danno notizie alla loro famiglie. Quando ho sentito un ragazzo senegalese di circa 23 anni, dopo un tentativo fallito in Libia dire queste parole : ” Che nessuno mi parli di morti, andremo a morire tutti quanti un giorno, però non siamo costretti di vivere nella povertà, la mancanza e la miseria di tutta una vita”. Ho misurato tutto la drammaticità del fenomeno…
Per quanto riguarda l’Europa, e in particolare un paese come l’Italia, mi sembra che non erano pronti all’accoglienza di tutti questi profughi che fugano dalla loro terra per cercare delle condizioni migliori di vita in Europa. Dopo il salvataggio in mare e la sistemazione nei vari centri d’accoglienza, le autorità devono pensare a un progetto di integrazione per queste persone di culture diverse, anche se sono tutti africani spesso. La mancanza di questo pezzo nella catena ha creato diffidenza della popolazione locale, ma anche da parte degli stranieri residenti da molto tempo sul territorio, nei confronti dei profughi. Alcuni di loro passano spesso la giornata chiedendo elemosine nelle città della regione di Sardegna, ad esempio. Per gli immigrati residenti, questi profughi o rifugiati costituiscono ai loro occhi una ” minaccia” perché hanno uno statuto diverso dal loro e sono protetti secondo delle convenzioni internazionali. “Come si fa da condividere con loro il poco che rimane”.? Con il fenomeno dello spopolamento delle campagne sarde, questi profughi, tramite una formazione professionale, possono essere inseriti nelle attività agricole, la pastorizia, ecc. Sarebbe un’alternativa credibile per gestire gli sbarchi, che non si fermeranno per domani… I governi africani fanno profilo basso o fanno finta di non vedere il fenomeno. Magari con la partenza dei giovani, avranno meno oppositori …. l’Africa ha una popolazione molto giovane; circa 60% hanno tra 18 e 30 anni, che può costituire la sua materia prima per lo sviluppo.
L’altro aspetto degli sbarchi e legato alla tratta degli esseri umani. E un grosso business per gli scafisti: sono organizzazioni criminali molto potenti e ben organizzati che gestiscono questa “schiavitù dei tempi moderni”. Secondo il professore Aldo Moronne dell’università “La Sapienza” di Roma, il business e più redditizio che il commercio della droga e si aggira a 300 miliardi all’anno. Sia con le ruote del deserto del Sahara che del Mediterraneo i candidati al viaggio della speranza sono sfruttati, violentati, dopo che hanno pagato denaro per arrivare in Europa. Non e più un segreto per nessuno che il principale alleato dell’Europa per fermare gli arrivi è la Turchia, purtroppo una zona intensa di traffico di passaporti siriani per imbarcare verso l’Europa altre nazionalità come tunisini o marocchini…E anche la stessa cosa in Libia dove le donne vengono violentate e arrivano spesso in Europa in stato di gravidanza di alcuni settimane, secondo l’affermazione un’ operatrice di “Medici senza frontiere” di Roma. Gli organizzatori dei viaggi costringono i candidati di chiamare loro famiglie per farsi mandare soldi per pagare il prezzo della libertà, altrimenti rimangono prigionieri, facendo lavori forzati.
Dopo il mare e le perdite di vite umane, migliaia di giovani del Senegal, del Mali, della Gambia, della Guinea… hanno scelto le ruote del deserto del Sahara.
I candidati africani, in particolare i Senegales, percorrono il tratto Mali, Niger o Burkina Faso, per arrivare nella famosa citta di Agadez in Niger, sulla strada della morte.
Situata all’entrata del deserto del Sahara, la citta Carrefour apre una via che va diritta verso la tenebrosa Libia e l’ inaccogliente Algeria. Agadez è un amore di città per questi centinaio con migliaia di giovani africani, particolarmente i senegalesi. Questa città, malgrado le centinaia di tragedie umane e umanitarie che ha trasportato, non sembra pentirsi di niente…l’immigrazione clandestina sembra una banale storia di formalità e di denaro. Le perdite di vite umane sono considerate come effetti collaterali del fenomeno. Ogni giorno arrivano centinaia di giovani del Senegal, della Gambia, del Mali, del Nigeria, che aspettano a questa porta del deserto, sperando un giorno o l’altro riuscire la traversata del Sahara verso la Libia. Per questa sfida più che suicida, Agadez e l’ultima tappa da superare. Molti candidati senegalesi attraversano i territori del Mali e del Burkina Faso via terra. Questa traversata è diventata un percorso del combattente, con la città di Kantchari, frontiera tra il Niger e il Burkina Faso. Lo chiamano il posto delle fregature. I poliziotti chiedono 20.000 franchi CFA, circa 30 euro per passare, un vero riscatto nei confronti dei migranti. Non è casuale che in Niger si siano create tante compagnie di trasporto destinate ai convogli di migranti. Un viaggio pericoloso da tutti i punti di vista. Tutti lo sanno ma tutti chiudono gli occhi.
Un punto importante riguarda la cooperazione tra l’Europa e l’Africa. Come dicevo all’onorevole Prodi “quando parlavo della Cooperazione allo sviluppo in direzione dell’africa all’UE , avevo solo come risposta il silenzio dei miei colleghi” .L’africa è stata abbandonato a favore dei paesi d’Europa dell’est appena entrati nell’UE. Oggi si vuole di tenere i potenziali candidati africani a casa loro e iniziando progetti che gli permettono di vivere una vita dignitosa. Se sappiamo che un’operazione di salvataggio in mare costa circa 300.000 euro, in un mese la cifra potrebbe far lavorare, in termine di progetti, migliaia di giovani a casa loro. la soluzione non e mantenere questi migranti nei centri d’accoglienza senza prospettive future. La grande maggioranza non vuole rimanere in Italia, e il caso dei ressortissants dei paesi anglofoni come i Nigeriani Ganesi, Gambiani, per motivo linguistico che hanno con l’Inghilterra .Purtroppo il paese d’arrivo e l’ Italia, devono essere registrati e rimanere in Italia secondo gli accordi e regolamento dell’UE in materia di gestione dei profughi e rifugiati. Analizzando in profondità la questione, non può mancare questa domanda: le autorità hanno davvero la volontà di fermare questa tragedia? Gli interessi sono forti. Sulla pelle di questi disperati si gioca.
Oggi le strutture recettive si sono trasformate in centri d’accoglienza perché arrivano più migranti. Gli sbarchi sono diventati un mezzo per dare lavoro a tanti disoccupati in Sardegna, particolarmente dal gestore passando delle figure del medico, psicologo, del professore di lingua italiana, coloro che si occupano della cucina e della pulizia, ecc, un centro d’accoglienza per fare lavorare al meno 10 dipendenti.
E’ diventato un mezzo per guadagnare soldi.
Queste le parole che fungono da SOS, del dottor Vu Cumprà che si trova attualmente in Senegal.