Barracciu: “Zona franca, svelato a Bruxelles l’inganno di Cappellacci”

La candidata del Pd: sogno irrealizzabile, il codice doganale dell’Ue impedisce il paradiso fiscale in Sardegna


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Da poche ore il Parlamento europeo ha approvato il nuovo Codice doganale dell’Unione europea con il testo uscito dall’accordo interistituzionale con la Commissione e il Consiglio dei 28 capi di Stato e di Governo.

“Oggi a Strasburgo è stato definitivamente svelato l’inganno di Cappellacci sulla zona franca integrale”.

Dichiara l’europarlamentare del Pd, Francesca Barracciu.

“Non ho mai avuto posizioni ideologiche contro la zona franca integrale – aggiunge -. Al contrario di Cappellacci, ho solo detto ai sardi la verità: che era irrealizzabile poiché il Codice doganale dell’Unione la impediva e il voto di oggi conferma che la impedirà”.

“Infatti, come più volte da me ricordato nei mesi scorsi, due erano le condizioni necessarie per inserire la Sardegna tra i territori extradoganali dell’Unione europea e introdurre i bisogni di sviluppo del territorio sardo nel dibattito intorno al Codice doganale dell’Unione: una forte iniziativa politica con le istituzione europee e nazionali e tempestive proposte parlamentari emendative. Sull’una e sulle altre pesa la latitanza di Cappellacci”.

“L’ho più volte ribadito nei mesi passati – prosegue l’europarlamentare -: le lettere ipocritamente spedite dal presidente della Regione sono state – e viene il dubbio che lo abbia fatto deliberatamente per creare un alibi al suo fallimento – inoltrate, come noto, ai destinatari sbagliati e fuori tempo massimo: ogni emendamento avrebbe dovuto essere presentato entro il 16 ottobre 2012. Le sue lettere, invece, risalgono a gennaio 2013. E le lettere, come si sa, non sono né emendamenti né trattative politiche”.

“Ho sempre detto che per mettere la Sardegna fuori dal territorio doganale dell’Italia e dell’Unione era indispensabile lavorare politicamente per avere la condivisione del Governo italiano e trovare, tramite questo, l’accordo con gli altri 27 capi di Stato e di Governo che siedono nel Consiglio europeo. Il nulla di fatto passa, quindi, per l’inerzia e la mancanza di credibilità e autorevolezza di questo presidente della Regione e della sua maggioranza che, in questo caso come in tanti altri, non hanno consentito e non consentono alla Sardegna di avere un’interlocuzione seria con le istituzioni nazionali ed europee”.

“È ora tempo – conclude la deputata europea – di riprendere un dibattito serio e di lavorare su ciò che si può concretamente fare in Sardegna per sostenere le imprese e creare lavoro: fiscalità di vantaggio sul modello delle zone franche urbane del Sulcis da estendere ad altri territori della Sardegna, attuazione dei punti franchi definiti già nel 1998, modifica allo Statuto regionale per rendere pienamente manovrabili le imposte regionali, a cominciare dall’Irap che grava sul lavoro, e chiudere definitivamente la vertenza entrate e adeguare al nuovo regime il Patto il stabilità.”