Barracciu condannata dai giudici contabili anche in appello: deve restituire 78mila euro

L’ex consigliera regionale, europarlamentare e sottosegretario aveva dichiarato di aver speso 33mila euro in benzina per partecipare a incontri politici, e altri 44mila per rimborsi sempre legati alla sua attività. Ma, secondo i giudici, non ci sono riscontri sufficienti e l’autocertificazione non basta. In sede penale, Barracciu è stata condannata per peculato a 2 anni e 9 mesi.


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Aver autocertificato il numero dei chilometri percorsi, pagando la benzina con i soldi pubblici, secondo i giudici non basta. Per questo l’ex consigliera regionale della Sardegna, Francesca Barracciu, ex europarlamentare Pd e sottosegretaria ai Beni culturali nel governo Renzi, dovrà pagare all’erario 77.293 euro, cioè l’intera somma che aveva speso per ragioni dichiarate poi illegittime durante la 13esima legislatura del consiglio regionale della Sardegna. Dopo la condanna del 2019 da parte della Corte di Conti, arriva la sentenza definitiva della sezione giurisdizionale centrale di Roma che si aggiunge a quella penale per peculato (2 anni e 9 mesi). Barracciu aveva dichiarato di aver speso 33mila euro in benzina per partecipare a incontri politici in tutta la Sardegna nel suo ruolo di consigliera regionale, e di aver utilizzato i restanti 44mila per spese comunque inerenti la sua attività politica. Ma, secondo i giudici, la spesa in benzina è stata solo autocertificata e non dichiarata all’amministrazione regionale e, inoltre, l’interesse del gruppo rispetto a quegli incontri non è stato provato. Per queste ragioni, secondo i giudici, “la condotta della Barracciu risulta connotata da occultamento doloso”.

Barracciu, nel 2014, era la candidata del centrosinistra alla presidenza della regione, dopo aver vinto le primarie volute dal Pd. Il giorno dopo la vittoria, fu ufficializzata l’indagine a suo carico all’interno dell’inchiesta sull’illecita spesa dei fondi dei gruppi consiliari, nata dalla denuncia di una collaboratrice e costata finora decine di condanne agli ex consiglieri regionali della Sardegna. Dopo qualche giorno in cui rimase candidata, la Barracciu fu messa da parte: troppo alto il rischio, fu la motivazione ufficiale, che con un processo in corso la legislatura dovesse bruscamente interrompersi. 


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